La morte di Fortuna Loffredo. I sospettati.

Vi abbiamo raccontato di come, nella nostra inchiesta, Fortuna Loffredo sia stata lanciata nel vuoto dal tetto dell’edificio di destra. E di come questo sia importante per orientare le indagini. Ma come ci è arrivata? La chiave, dunque, sta tutta in quei 10-20 minuti in cui è uscita da casa di Marianna, la mamma di Dora, l’amichetta da cui era salita prima di morire. Ma chi sono i sospettati?

  1. C’è Marianna Fabozzi. E’ l’ultima a vedere viva Chicca. Certo, è strano che abbia negato che la bambina sia mai entrata in casa sua, quella mattina: “è passata alle 9,30, voleva giocare con Dora, ma mia figlia mi stava aiutando nelle faccende e Chicca se n’è andata”, dice subito. Poi però viene sbugiardata dalle deposizioni degli altri bambini che erano saliti da lei con Chicca. Così, ritrova improvvisamente la memoria: dice che, sì, quella mattina stava lavando i pavimenti, che Chicca era arrivata, sì, s’era seduta sul divano, era stata cinque minuti, poi aveva detto che s’andava a togliere le scarpe, perché le facevano male. E se n’era andata. Questo contraddirsi tra il non ricordare dapprima nulla e poi tutto vuol dire forse che ha responsabilità nella morte di Chicca? No, vuol dire certamente che non voleva avere niente a che fare con carabinieri e giudici; e d’altronde, in quel quartiere,  in quel palazzo, non è certo la sola. Ma la Procura indaga su di lei per la morte del figlio, Antonio, 3 anni, avvenuta sabato 27 aprile 2013. Anche Antonio era caduto da una finestra socchiusa. Incidente? Una testimone, presente in casa quel pomeriggio, ha dichiarato e poi ritrattato di aver visto Marianna buttare giù il figlio. Se si accertasse la responsabilità della madre per la morte di Antonio, sarebbe ovvio sospettarla anche per quella di Chicca.
  2. C’è Claudio  Luongo. “La sua era l’unica casa in cui Chicca non andava mai volentieri” dice Angelo Pisani, l’avvocato del padre e dei nonni della bambina. L’uomo non era più in buoni rapporti con Mimma, la madre di Chicca, che lo aveva lasciato per un altro. E gli insulti che le rifila non appena vede la bambina sul marciapiede parlano da soli. Tuttavia, Luongo è tra quelli che accorrono al momento dell’impatto. E questo rende cronologicamente molto difficile metterlo tra i sospetti.
  3. Ci sono ovviamente i nonni di Chicca. Per la semplice ragione che purtroppo nessuno può essere escluso, in un’indagine del genere.
  4. C’è tutto il palazzo e c’è il sospetto che qualcuno, da quello di fronte, possa aver visto qualcosa. Ecco perché i dirimpettai saranno interrogati in settimana.

Le morti di Antonio e Fortuna sono per noi collegate almeno da un aspetto. Questo: che la caduta di Antonio era passata come un incidente, un fatto accidentale. Ed è proprio sulla scorta di questo, secondo noi, che Chicca è stata uccisa allo stesso modo: per emulazione, per provare a far passare per incidente anche la sua morte, approfittando del fatto che quella di Antonio era ormai archiviata come tale. C’è un diffuso clima di omertà intorno alle morti di Chicca a Antonio. C’è un palazzo in cui abitano, tutti insieme, tossici, pregiudicati per reati gravi, gente con problemi mentali, gente ai domiciliari; un palazzo in cui diverse madri si prostituiscono anche in casa, per venti euro. Un palazzo che oggi è il palazzo dei sospetti, dove forse abita l’assassino, che sicuramente era ed è l’ultimo posto al mondo dove portare a far crescere una bambina di 6 anni senza padre (è in galera), che viveva già una condizione di disagio chiara, conclamata, al punto da essere seguita dagli psicologi.

Una bambina che aveva l’unico torto di essere troppo bella.

di Fabio Sanvitale