Roberta Ragusa: Antonio Logli entro fine anno colpevole o innocente

Ieri la notizia che il nuovo Gup ha ammesso la richiesta, da parte degli avvocati difensori Cavani e Sergimpietri, di rito abbreviato per Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, il 14 gennaio del 2012. Nel marzo 2016 la Suprema Corte di Cassazione aveva smontato la sentenza di non luogo a procedereemessa nel 2015 dal giudice Laghezza, sostenendo che le motivazioni che sottraevano Logli a un processo erano illogiche e insufficienti. La donna, di cui non si sa nulla ormai da quasi cinque anni, non può essersi né suicidata né allontanata volontariamente in preda a un’amnesia, come aveva ipotizzato il marito, ma è stata uccisa. Come successo nel caso di Guerrina Piscaglia, corpo o non corpo è possibile che si possa parlare di delitto, che vi possa essere un capo d’imputazione che preveda il reato di omicidio con distruzione e/o occultamento di cadavere.

antonio logliUn caso, questo della Ragusa, estremamente seguito in questi anni anche da noi di cronaca-nera.it: la quarantaquattrenne (età al momento della scomparsa), madre di due figli, era titolare dell’autoscuola vicino casa, dove lavorava insieme al suocero, al marito e a Sara Calzolaio, segretaria nonché baby-sitter dei figli, che ben presto si scoprirà essere l’amante di Antonio Logli. Ed è proprio questo, secondo gli inquirenti, il movente che avrebbe portato l’uomo a far sparire la moglie: Roberta, venuta a conoscenza della relazione extraconiugale del marito, lo avrebbe minacciato dicendogli di rivelare a tutti la sua relazione se non l’avesse interrotta e questo, probabilmente, avrebbe scatenato le ire del Logli. Un uomo che da sempre si dichiara innocente, sostenendo la tesi dell’allontanamento volontario della donna. Ipotesi poco credibile per tutti, dai familiari, agli inquirenti fino alla stessa Cassazione che ha respinto questa teoria rilevando incongruenze e dubbi sulla testimonianza dell’uomo. È davvero possibile che una madre così attaccata ai figli decida, da un momento all’altro, di far perdere le sue tracce ? E se davvero avesse perso la memoria, è possibile che con tutto il clamore mediatico presente in questi anni non si sia mai accorta di nulla e abbia continuato la sua vita altrove?

Era la notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, la coppia si trovava in casa, Logli sostiene di essere andato a dormire verso la mezzanotte (dichiarazione poi smentita dai tabulati telefonici che hanno rivelato come in quel momento l’uomo stesse al telefono con l’amante) e aver lasciato la moglie in cucina intenta a scrivere la lista della spesa per il giorno seguente; alle 6.45 suona ininterrottamente la sveglia di Roberta, lui si alza per spegnerla e si accorge che la donna non è lì accanto. Dichiarerà di non aver mai capito se si sia mai messa a letto a dormire o meno. Logli da sempre sostiene di non sapere nulla, neanche come fosse vestita, anche se ipotizza un pigiama di colore rosa che la donna era solita lasciare sul cuscino la mattina appena sveglia. E poi le diverse testimonianze che avrebbero visto i due, quella notte e per strada, in atteggiamenti litigiosi: da Loris Gozi a Silvana Pampiani fino alla testimonianza di Filippo Campisi, versione che avrebbe delle analogie, soprattutto a livello di orario, con quelle del Gozi. Questo un altro punto che ha fatto accogliere in Cassazione i ricorsi presentati dalla procura e dalle parti civili per annullare il proscioglimento del marito: si sono infatti bollati testimoni come inattendibili e si è trattato il materiale investigativo in maniera sbrigativa e incompleta.

I difensori di Logli hanno ottenuto il rito abbreviato per il processo in cui l’uomo è l’unico imputato per omicidio volontario e distruzione del cadavere: “non si tratta di un’ammissione di colpa”, hanno dichiarato i legali, “ma è stata una scelta ponderata perché riteniamo che nel fascicolo processuale ci siano elementi che possono farci ottenere una sentenza favorevole. È stata determinata dalla convinzione che le risultanze delle indagini istruttorie e difensive siano tali da permettere una compiuta decisione nel merito della vicenda senza necessità di approfondimento dibattimentale”. Le nuove date del processo sono state fissate per il 2 e il 21 dicembre prossimo, giorni in cui si potrà arrivare ad un verdetto che stabilirà se l’imputato è colpevole o meno della scomparsa e dell’omicidio di Roberta Ragusa.

di Livia Ciatti