Detective gourmet: quando la scena del crimine è un bel piatto di spaghetti

Per frode alimentare si intende la produzione e la distribuzione di alimenti non conformi alle norme vigenti. La frode alimentare si suddivide in frode sanitaria e frode commerciale. La prima si ottiene quando vi è la probabilità o la certezza di procurare un danno alla salute dei cittadini, la seconda favorisce un profitto illecito a danno del consumatore.

Sul fronte pubblico – probabilmente – l’attività prevalente in questo settore viene ricondotta ai N.A.S. (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) dell’Arma dei Carabinieri, nati agli inizi degli anni ’60 che hanno il potere di intervento in tutti i luoghi dove si producono, si somministrano, si depositano o si vendono prodotti per uso alimentare e le cui ispezioni sono balzate agli onori della cronaca una miriade di volte.
Altrettanto efficace, seppure poco conosciuto al grande pubblico, è l’agenzia governativa ICQRF, l’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari che opera sotto il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), uno dei maggiori organismi europei nel suo genere.
È meno noto – invece – l’esistenza di un’attività delegata agli investigatori privati e non sempre si tratta necessariamente di detective che operano in virtù della autorizzazione prefettizia ai sensi del D.M. 269/’10 ma, più spesso, di professionisti assoldati come “consulenti”.

Negli Stati Uniti – per esempio – si è fatta strada Maureen Downey (www.winefraud.com) una ex sommelier diventata una “investigatrice” che va a caccia di falsari che vendono ai collezionisti bottiglie invecchiate artificialmente facendolo pagare a peso d’oro. Riesce a stabilire quando e dove è stata stampata una etichetta, oppure l’epoca a cui risale la cera lacca che chiude il tappo e smaschera – così – i truffatori che cercano di vendere bottiglie taroccate ipoteticamente di grande pregio.
Anche in Italia abbiamo lo 007 del Prosecco che lavora per un consorzio che tutela i vini DOC e si chiama Andrea Battistella, enotecnico, laureato in agraria, master in tecniche e comunicazione dei vini spumanti. In buona sostanza il consorzio stesso ha attivato una procedura particolare e ha ottenuto un “patentino” dal Ministero dell’Agricoltura che permette a Battistella di condurre ispezioni mirate, visionare fusti e cantine, controllare scaffali, scattare foto e prelevare campioni… e in caso di irregolarità parte la segnalazione agli organi competenti che potranno comminare multe e – nei casi più gravi – procedere penalmente.
Non siamo ancora nel clima romanzesco de “Il sangue di Montalcino” in cui il commissario Cosulich indaga sull’assassinio di un noto enologo ma si tratta – indubbiamente – di figure fortemente specializzate e che utilizzano tecniche investigative d’avanguardia.

Esiste – poi – un fenomeno che fa riferimento all’imitazione di un prodotto/denominazione/marchio attraverso un richiamo alla presunta italianità ma, in realtà, non trova fondamento nel prodotto stesso, si chiama Italian Sounding.
Evocare il Bel Paese per promuovere e commercializzare prodotti di ogni tipo in tutto il mondo sembra che valga un giro d’affari consistente, si parla di 60 miliardi di euro.
All’estero sei prodotti su dieci sono falsi. Coldiretti ha stilato un dossier (La tavola degli inganni) in cui evidenzia che tale fenomeno colpisce soprattutto formaggi e salumi, una pratica, quella dell’imitazione, diffusa ovunque, in particolare negli Stati Uniti o dove, attraverso l’immigrazione, si sono radicate cospicue comunità italiane.

Federalimentare ha richiesto al Governo un osservatorio permanente e la costituzione di un team specializzato a contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding. Solo a fine del 2017 – finalmente – è stato introdotto un DDL che invoca il “disastro sanitario” quando le adulterazioni attentano alla salute di più di tre persone e comporta un inasprimento netto delle pene per i reati alimentari.

La pirateria agroalimentare si può combattere anche attraverso l’intervento di detective qualificati a difesa dei marchi registrati o dei prodotti DOP/IGP. Per ora sono pochissimi e altamente specializzati i professionisti che si spendono in questo tipo di indagini ma non si esclude una probabile implementazione.

di Alessandro Cascio
Presidente Associazione Professionale Investigazioni e Sicurezza (APIS)