Nunziatura Apostolica: no, nessuno sa con certezza nemmeno di che sesso sono quelle ossa.

Ossa alla Nunziatura Apostolica: da fonti accreditate abbiamo appreso che il medico legale incaricato, al momento, non ha determinato con certezza se i frammenti ossei ritrovate siano di maschio o femmina e, in questo caso,  se di uno o due adolescenti. Tutto il caso è ancora nebuloso, quindi andiamoci molto piano con Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, perché potrebbe sgonfiarsi da un giorno all’altro, per scoprire magari che era davvero la moglie del portiere. Ai primi della prossima settimana si avranno le prime notizie sulla determinazione di sesso.

Al momento attuale è stato svolto un primo esame dei resti ossei ritrovati, svolto a Tor Vergata dal professor Giovanni Arcudi, che sulla vicenda mantiene un forte riserbo. Un primo esame: che non è una certezza. Perché determinare se delle ossa sono maschili o femminili e a che epoca risalgono non è esattamente una passeggiata di salute. Un medico legale sulle prime può dare un parere, ma è difficile. Maschio o femmina ci si indovina, guardando il bacino e il cranio. Poi c’è l’altezza; e questa la puoi desumere dalle ossa lunghe, se ne hai a disposizione. I problemi cominciano se vogliamo sapere l’età alla morte, perché in base alle suture del cranio e ai denti puoi dire qualcosa, ti fai un’idea, fai giusto una stima. Il dramma è l’epoca dei resti: di quanti anni fa sono? Guardi le ossa e sono ben conservate: non vuol dire nulla, perché anche quelle di un mammut possono essere ben conservate, alle volte. Sono polverizzate, ma anche questo vuol dire poco, perché può dipendere tranquillamente dal luogo della sepoltura (secco, umido, ecc.).

Con tutte queste incertezze, che si fa? Il dna consentirà di fare un paragone con quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ma capite bene che in attesa dei risultati c’è poco da dire. Certo, se stanno facendo l’esame del dna vuol dire che c’è del midollo osseo o dei denti buoni su cui lavorare. Ma questo è tutto quello che si può dire a riguardo. Il medico legale può dire una serie di cose, insomma, ma con tutte queste limitazioni. E in genere, cosa fa il medico legale in un caso come questo? Dà un parere di massima e rimanda all’antropologo forense, che è la figura specializzata nello studio e nell’esame dei resti ossei. Al momento, nessun antropologo forense ha ricevuto incarico peritale, per cui dobbiamo ritenere che il professor Arcudi sbroglierà da solo la matassa. Ci vorranno 7-10 giorni perché il dna dia una risposta.

In mezzo a questo mare di dubbi, bisognerebbe essere molto cauti, senza dare per scontate cose che non lo sono affatto. Senza creare l’aspettativa intorno al ritrovamento di Emanuela e Mirella. Per ora non sappiamo se si tratta di maschio o femmina (sembra, sembra, che dall’esame del bacino Arcudi abbia detto che è femminile, ma sembra), nè che età avessero i frammenti al momento della morte, nè in che epoca sono stati interrati o la causa della morte. Inoltre, non parliamo di uno scheletro o due ma di “frammenti ossei“, come dice d’altronde lo stesso comunicato della sala stampa vaticana. Per la precisione: parte di un cranio, di un bacino, alcune vertebre, una testa di femore. Più altri frammenti nei pressi. Con un po’ di fantasia queste notizie approssimative sono diventate numero due scheletri. Alla fine le ossa sono alla Medicina Legale di Tor Vergata, dal professor Arcudi, un luminare che si è occupato di tanti casi importanti (dal Canaro della Magliana al caso Esterman, al massacro del Circeo) e che è anche esperto di fiducia della Santa Sede. 

Qualcuno dirà (Nuzzi, a Quarto Grado): ma non è comunque sospetto che la Santa Sede abbia chiamato subito la polizia italiana? E qualcun altro aggiungerà: ma non è sospetto che subito si sono sussurrati i nomi della Orlandi e della Gregori? No, di sospetto nel chiamare la nostra polizia non c’è proprio nulla. La Nunziatura Apostolica è una rappresentanza diplomatica del Vaticano all’estero, ma gode di una extraterritorialità di gruppo 3, che è relativa solo ad aspetti fiscali e basta. Il che vuol dire che non potevano non chiamare la nostra polizia. Niente di strano, dunque. Una situazione molto diversa dall’ omicidio-suicidio delle Guardie Svizzere, avvenuto a Città del Vaticano nel 1998. 

Quanto al coinvolgimento dei nomi di Emanuela e Mirella: non si sa chi l’abbia fatto. Il Vaticano no di sicuro, la Procura di Roma nemmeno. Certo, dopo che per anni si è detto e supposto di tutto (a torto e a ragione) sul possibile coinvolgimento del Vaticano nella loro scomparsa, non è una sorpresa che qualcuno abbia fatto questo accostamento. Emanuela è già stata cercata in territorio della Santa Sede, a Sant’Apollinare, con grande spiegamento di uomini e mezzi: e da allora la suggestione che fosse sepolta in terra vaticana è rimasto. Ma forse prima di sparare questi due nomi così pesanti, di creare l’attesa nelle famiglie Orlandi e Gregori, senza avere nessuna prova in mano, si poteva attendere. In queste ore non ci sono certezze: solo delle ossa, buone per far impennare l’audience e far gongolare i conduttori delle trasmissioni pomeridiane. Ma di certo, finora, non c’è nulla. Hanno trovato delle ossa dove non dovevano essere, nella Nunziatura Apostolica. Stop. Il resto è tutto da capire. 

di Fabio Sanvitale