Provvidenza Grassi, perizia shock: “Morta in un incidente, dopo l’assunzione di metadone”

provvidenza grassidi Simone Rinaldi

23 giugno 2014

Dopo quasi cinque mesi dal ritrovamento del corpo di Provvidenza Grassi accanto alla sua auto sotto un ponte della tangenziale Messina-Catania, nei giorni scorsi è stata finalmente depositata la perizia autoptica condotta sul cadavere della ragazza. Dall’autopsia, condotta dal consulente della Procura di Messina, è emersa un’amara ricostruzione: l’analisi dei capelli ha riscontato tracce di metadone e le fratture sul corpo della ragazza sarebbero compatibili con un incidente d’auto. Dunque, Provvidenza, che – ricordiamo – era scomparsa nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2013 fino al ritrovamento dello scorso 23 gennaio, sarebbe stata al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e sarebbe precipitata sotto quel viadotto a seguito di un incidente.

Non la pensa così il legale della famiglia Grassi, l’avv. Giuseppina Iaria, che ha intenzione di contestare la perizia del medico legale. «Oltre al metadone e alle fratture, sul corpo della ragazza sono state rinvenute delle larve, la cui presenza accerta che la morte sarebbe avvenuta tra i 4 e gli 8 mesi prima del ritrovamento. Ma il periodo di vita delle larve non è comunque in grado di stabilire una data certa della morte di Provvidenza», ha spiegato l’avvocato. «Ammesso anche che le fratture siano compatibili con l’incidente, queste non ne spiegano la dinamica», ha proseguito l’avv. Iaria. Dunque, secondo il legale della famiglia Grassi, la perizia presenta molte lacune in quanto non è in grado di indicare una data certa della morte di Provvidenza né come la ragazza sia morta. Inoltre, l’avvocato ha fatto sapere che non risulta alla famiglia che la ragazza si drogasse, insinuando il dubbio che possa essere stata costretta a farlo, con un velato riferimento a Fabio, il ragazzo di Provvidenza, ora agli arresti domiciliari per detenzione e spaccio di stupefacenti. «Indizi in nostro possesso ci fanno propendere per altre piste. Ad esempio, fatto strano, abbiamo ritrovato nel portafoglio della ragazza un numero di targa di una macchina catanese. Inoltre, Provvidenza, qualche giorno prima della sua scomparsa, si fece prestare l’auto da un’amica, spiegando che aveva paura di essere vista con la sua», ha concluso l’avvocato.

Effettivamente, i punti oscuri di questa vicenda sono ancora molti, come il mistero dei jeans con gli strass che Fabio si è sempre detto sicuro fossero indossati da Provvidenza la sera del 9 luglio, jeans che invece furono poi ritrovati nell’abitazione della ragazza. Così come appare strano che, laddove si sia trattato realmente di un incidente, non ci siano altri segni di impatto in nessun altro punto vicino al luogo del presunto incidente. Tutte dinamiche che la magistratura deve ancora chiarire.

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