Guerrina Piscaglia: solo tre mesi per risolvere il giallo

Quella dei carabinieri di Arezzo è una corsa contro il tempo: rimangono solo tre mesi prima che scada la misura cautelare di Padre Gratien. Poi sarà dichiarato libero dalle indagini. Per questo motivo, lo scorso 29 dicembre i carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Arezzo hanno perquisito nuovamente la casa dell’indagato, sequestrando tutti i dispositivi elettronici che permettano alla Polizia Postale di risalire alle conversazioni con Guerrina Piscaglia.

Sono trascorsi ormai sette mesi dalla scomparsa di Guerrina, casalinga toscana di Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo. Da allora Padre Gratien, parroco congolese, rimane ancora l’unico indagato della vicenda (se non si considera Mirco Alessandrini, marito di Guerrina, per false dichiarazioni al pm). Su Padre Gratien pesano delle accuse a dir poco infamanti, un’ondata di polemiche che lo ha letteralmente investito fino alle porte della sua chiesa, che nei mesi scorsi recava a grandi lettere la scritta “Night Club”, con tanto d’indicazione.

Dopo quel 29 dicembre l’alibi di Gratien Alabi, però, è ancora più fragile: infatti, di fronte alle voci che lo vorrebbero al centro di una relazione clandestina con Guerrina Piscaglia, i carabinieri hanno sequestrato tutti i suoi dispositivi elettronici: 4 telefonini, 4 computer, 2 pendrive e 2 simcard. Il punto è padre Graziano usava un vecchio cellulare Nokia, di quelli con poca memoria, che sovrascrivono i nuovi sms sui vecchi: Guerrina è sparita il primo maggio, il cellulare gliel’hanno sequestrato a fine dicembre. Insomma, un lavoraccio estrarre i dati, per gli esperti della polizia.

Dalle indagini della Polizia Postale di Arezzo sono emersi particolari scottanti non solo sul parroco indagato, ma anche sui suoi colleghi: per esempio, nella cronologia di Padre Silvano figurano link a siti porno ed immagini hard, come quelle che mesi fa Padre Graziano sosteneva gli fossero state inviate su skype da una suora congolese (ritratta nuda dalla cintola in giù). Ma a suscitare i principali interrogativi sono gli sms fra Guerrina e Padre Gratien.

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Come lo stesso Alabi ha riferito durante il primo interrogatorio del 18 agosto 2014 al pm Ersilia Spena, Guerrina gli scrisse: «Sono incinta e tu sei il padre», e ancora «Vengo in canonica, ti cucino il coniglio e poi facciamo l’amore». Le porte di quella piccola parrocchia, nel comune di Badia Tebalda, sono comunque rimaste sempre aperte per Guerrina: Padre Gratien Alabi sarebbe infatti stato disponibile ad accompagnarla all’ospedale Silvestrini di Perugia per verificare se davvero fosse in attesa di un figlio, sapendo di non avere avuto rapporti sessuali con lei; le avrebbe anche detto di essere disponibile a sottoporsi alla prova del dna. Insomma, Guerrina s’ era invaghita di lui, ma tra loro non c’era stato nullaDa quell’interrogatorio in poi si è avvalso della facoltà di non rispondere

Come se non bastasse, a complicare le indagini, durante le perquisizioni di settembre, i Ris avrebbero trovato una traccia biologica sul copridivano della canonica di Ca’ Raffaello e si tratterebbe di liquido seminale, corrispondente proprio al profilo genetico dello stesso padre Gratien. Lo riportiamo specificando che sono indiscrezioni, che in ogni caso non dimostrerebbero l’esistenza di una relazione tra i due.

Dopo i controlli effettutati sul computer di Padre Silvano, che si occupava della parrocchia di Ca’ Raffaello all’epoca della scomparsa e delle prime indagini, il prossimo 23 febbraio verrà nuovamente interrogato padre Faustin, l’attuale parroco di Ca’ Raffaello, quando rientrerà dal Congo. La lotta dei pm è contro il tempo: il 25 aprile 2015 scade infatti la misura cautelare del divieto di espatrio per Gratien. Il provvedimento non può essere reiterato, a meno che non ci sia nel frattempo una richiesta di rinvio a giudizio. Senza quella, padre Alabi tornerà libero e potrà anche trasferirsi in Francia, dove la sua congregazione lo aveva già destinato ad una nuova parrocchia. Intanto, in tv, lancia appelli perché Guerrina ritorni e prega per lei.

di Barbara Polidori