di Valentina Magrin
Esiste un caso di cui non si parla tanto, o almeno non quanto si dovrebbe. Ed esiste un gruppo di persone che ogni giorno si batte, soprattutto attraverso la rete, affinché la situazione si sblocchi. Stiamo parlando di Chico Forti e del gruppo Facebook Chico Forti Free. Chico Forti si trova in carcere a Miami (Florida) dal 2000, con la prospettiva di restarci tutta la vita, dal momento che è stato condannato in via definitiva all’ergastolo. Cronaca-nera.it vi racconterà ora la sua storia, certi che alla fine anche voi vi unirete al coro di voci che chiede LIBERTA’ PER CHICO.
Enrico – detto Chico – Forti, classe 1959, è originario di Trento. Da giovane è un ragazzo molto sportivo e pratica a livelli agonistici il windsurf. Nel 1990 Chico è anche protagonista di una puntata del celebre quiz tv “Telemike”, dove si presenta come concorrente e vince. Grazie proprio a questa vincita, che gli permette di mettere dei risparmi da parte, nel 1992 Chico si trasferisce a Miami, in Florida, e precisamente nel lussuoso quartiere di Williams Island. Oltreoceano, l’italiano intraprende la carriera di conduttore di programmi televisivi che parlano di sport estremo e diventa anche filmaker e produttore. Inotre, si diletta a fare il mediatore immobiliare. Anche sotto la sfera sentimentale la vita di Chico è un successo: si innamora e sposa la modella Heather Crane: la coppia metterà al mondo 3 figli.
A questo punto della storia, che sembrerebbe destinata a un “happy ending”, arriva il primo colpo di scena, che apparentemente non ha nulla a che fare con Chico… il 15 luglio 1997 in Ocean Drive, sempre a Miami, viene ucciso lo stilista italiano Gianni Versace. Nove giorni più tardi il suo assassino, Andrew Cunanan, dopo essere stato accerchiato si suicida con un colpo di pistola alla testa all’interno di una casa galleggiante a Miami Beach.
Chico Forti, tramite un suo vicino di casa, il tedesco Thomas Knott (personaggio chiave di tutta la vicenda), riesce ad acquisire i diritti della house boat e decide quindi di girare un documentario-inchiesta (dal titolo “Il sorriso della medusa”) sulla vicenda, in collaborazione con una tv francese e con Rai 3. Chico però ben presto si rende conto che qualcosa non torna nella ricostruzione del suicidio di Cunanan: forse l’uomo è stato ammazzato altrove e trasportato nella casa galleggiante già morto; forse, addirittura, Cunanan non è nemmeno l’assassino di Versace. Si tratta di insinuazioni gravi, che rischiano di mettere in cattiva luce la polizia di Miami Beach. Ma Chico ha i suoi buoni motivi per pensarla così, dal momento che ha avuto modo di visionare dei documenti riservati fornitigli dal detective Gary Schiaffo dietro ricompensa economica.
Ad un certo punto, però, ulteriori accordi con Schiaffo (che avrebbe dovuto dargli la foto del volto di Cunanan, ma viene meno al suo impegno) saltano e l’italiano e il detective si lasciano in malo modo. Il documentario comunque è finito ed è pronto per andare in onda (clicca QUI per vederlo integralmente).
Ma torniamo ora a parlare di Thomas Knott… ve lo ricordate? È il vicino di casa che aveva aiutato Chico ad acquisire i diritti per la casa galleggiante… Knott ufficialmente è un maestro di tennis, ma in realtà è un truffatore condannato a 6 anni di reclusione in Germania e scappato negli Stati Uniti nel 1996. Chico, ovviamente all’oscuro di questa doppia vita di Knott, fa amicizia e si fida del tedesco. Un giorno, addirittura, lo incontra all’interno di un negozio di articoli sportivi intento ad acquistare una pistola: Knott, giunto alla cassa, si ritrova (casualmente?) senza carta di credito e Chico, da bravo amico, gli anticipa la spesa! Un gesto che, a distanza di tempo, si dimostrerà un gravissimo errore…
Thomas Knott da molti anni organizza i suoi loschi affari con un certo Anthony Pike, un anziano australiano che vive a Ibiza. Qui, negli anni Ottanta, Pike possedeva uno degli alberghi più esclusivi, ritrovo del jet set internazionale, il Pikes hotel. L’hotel, però, negli anni è andato in rovina e nel 1997 è solo lo spettro di se stesso. Pike oramai ne possiede appena il 5% (il restante 95% è sotto il controllo di una società), inoltre l’australiano non dispone nemmeno di questa piccola parte in quanto è stato interdetto, dal momento che è malato di Aids e negli anni, pare, ha perso di lucidità.
Ma la lucidità, quando si tratta di truffe e di denaro facile, ce l’ha ancora, eccome. Nel novembre 1997 Anthony Pike va a Miami a trovare l’amico Thomas Knott e in quell’occasione conosce Chico Forti, un uomo giovane, buono, di successo, con un discreto conto in banca… insomma, il perfetto “pollo da spennare”! Così Knott e Pike, il gatto e la volpe, organizzano la truffa del secolo: vendere il Pikes hotel a Chico. L’italiano purtroppo ci casca e così, nel gennaio del 1998, firma con Pike l’accordo (Knott viene tenuto fuori dalla cosa, perché nel frattempo Chico è venuto a conoscenza della sua natura “truffaldina”).
Alcuni giorni dopo Pike contatta Chico telefonicamente: suo figlio Dale, 42 anni, dopo essere rientrato dalla Malesia (dove viveva e da dove è scappato per motivi di soldi) vorrebbe andare a Miami a conoscerlo, ma loro non hanno i soldi per comprarsi i biglietti dell’aereo. Chico si offre di pagare e così si programma l’incontro. In realtà il motivo principale per cui Dale vuole fare quel viaggio è l’attività di produttore televisivo e cinematografico di Chico: il giovane Pike, infatti, vorrebbe proporre all’italiano un film, avente per protagonista la sua fidanzata (come si evince dalle mail tra Dale e la ragazza). CONTINUA…
CHICO FORTI: LA STORIA DI UN ITALIANO INGIUSTAMENTE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO. SECONDA PARTE
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