E’ mistero intorno al ritrovamento del corpo della donna in un campo al lato di via di Porta Medaglia, a poche centinaia di metri dall’Ardeatina. Mutilato e poi legato come un pacco, privo di organi interni, la cui identità è ancora sconosciuta. Secondo gli investigatori, l’asportazione dell’intestino, del cuore e dei polmoni sarebbe opera di un professionista, un lavoro fatto con meticolosa precisione che in teoria allontanerebbe l’ipotesi del rito esoterico, mentre rafforzerebbe la probabilità che l’omicidio possa essere avvenuto altrove rispetto al luogo del ritrovamento.
Il pm Francesco Caporale non esclude però nessuna ipotesi. Di concerto con il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, ha concesso una ampia delega agli uomini della squadra mobile guidata da Vittorio Rizzi: la breve distanza del corpo da un guard-rail può ragionevolmente far pensare che qualcuno possa aver visto o sentito qualcosa negli ultimi giorni, si lavora quindi anche sulle possibili testimonianze.
Dall’analisi delle impronte digitali non sono emersi elementi per identificare la vittima attraverso le banche dati dell’Afis. La donna inoltre non risulta schedata: gli unici elementi sono costituiti dagli oggetti ritrovati, ovvero un anello d’acciaio al dito della mano destra, un accendino nella tasca del giubbotto nero e un maglione grigio indossato dalla vittima.