Coniugi uccisi nel bresciano: fermato il figlio di 27 anni, Marco Antonelli

 

marco antonellidi Valentina Magrin

È stato arrestato il presunto omicida dei coniugi Pietro Antonelli e Alba Chiodi, trovati morti ieri in via Bertolotti a Gavardo, vicino al fiume Chiese in provincia di Brescia. A ucciderli sarebbe stato il figlio Marco, 27 anni, che abita nella mansarda sopra alla casa dei genitori. Il giovane, nella serata di mercoledì, era stato fermato dai carabinieri della stazione di Gavardo che lo avevano scoperto ad acquistare della droga. Rilasciato intorno alle 23.30, il ragazzo aveva fatto ritorno a casa e qui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbe stato un litigio con i genitori al culmine del quale, in preda a un raptus di follia, Marco li avrebbe aggrediti a mani nude, provocandosi anche alcune abrasioni a mani e polsi. Il giovane è un esperto di Thai-Boxe, un’arte marziale thailandese nella quale, è facile ipotizzare, sfogava tutta la sua rabbia.

«Ci sono almeno quattro persone che ci hanno parlato della relazione conflittuale che Marco aveva con i suoi genitori. Il ragazzo era insofferente verso le osservazioni e i rimproveri che i genitori gli rivolgevano, come in ogni famiglia normale» ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri di Brescia, il colonnello Marco Turchi, nel corso di una conferenza stampa per spiegare l’accaduto. In passato, inoltre, c’erano già stati dei litigi tra Marco e il padre finiti con aggressioni fisiche da parte del ragazzo.

LA PRIMA RICORSTRUZIONE DEI FATTI – Era stato proprio Marco Antonelli, poco dopo le 13 di ieri – 31 maggio 2012 – a dare l’allarme: secondo il suo racconto, un operaio del Comune fuori servizio aveva suonato al suo campanello in cerca del padre, al quale doveva dare delle bottiglie di vino. Marco, che era ancora a letto, era andato a rispondere dicendo di suonare all’altro campanello e, nel frattempo, era sceso per avvertire i genitori dell’arrivo dell’impiegato, facendo così la macabra scoperta: i corpi di Pietro Antonelli e Alba Chiodi erano riversi sul pavimento, con dei sacchetti di plastica in testa. Verosimilmente erano stati colpiti, storditi e soffocati. Marco aveva quindi dato l’allarme ed era stato portato in ospedale in stato di shock.

Tuttavia, nel corso delle primissime indagini sulla scena del delitto, era emerso chiaramente che qualcosa non tornava nella versione del ragazzo: innanzitutto, in casa non c’era nulla fuori posto, segno evidente che non si era trattato di una rapina finita male. In secondo luogo, non c’erano tracce di estranei o di persone che si sarebbero intrufolate furtivamente nella villetta. Infine, quelle escoriazioni alle mani di Marco e il fatto che i vestiti che indossava mercoledì sera (giorno dell’omicidio) non siano stati ritrovati e il ragazzo non sia stato in grado di fornire una spiegazione valida di dove siano finiti.

Al momento, Marco Antonelli si è avvalso della facoltà di non rispondere.