Archivi di CN: Charles Manson, l’uomo che volle farsi dio.

Dite la verità; se non lo avessimo scritto nel titolo, stavate freschi a indovinare che quella della foto è Manson!

Eh sì, anche Charles è stato giovane. Senza barba e con un vestito decente addosso è molto, molto lontano dalla fotografia che la strage di Cielo Drive ci ha consegnato. Quella notte dell’agosto 1969 consegnò all’immaginario collettivo un gruppo di hippie assassini. E la cosa era andata effettivamente così, con le parole scritte imbevendo un asciugamano nel sangue e una strage priva di senso, quella al 10050 di Cielo Drive, dove vivevano i Polansky. La sera dopo la Famiglia di Manson aveva ucciso anche i coniugi La Bianca, non troppo lontano da lì.  Così come il 31 luglio precedente avevano ucciso Gary Hinman e il 28 agosto uccideranno Donald Shea. Il conto totale delle vittime della Famiglia è dunque di 9 (ma dovremmo dire 10: Sharon Tate, la moglie di Polansky, era incinta). La polizia di Los Angeles li prese un pò per caso: brancolavano nel buio, altro che CSI o roba del genere. E poterono istruire il processo perchè qualche membro del gruppo (come Linda Kasabian) divenne, come si dice oggi, una collaboratrice di giustizia. Se la cantò, insomma.

Ma ancor oggi c’è confusione sul movente, e molta. Tutti a pensare al satanismo, che invece non c’entrava un tubo. Manson, in realtà, era convinto che dando la colpa di quelle morti ai neri avrebbe scatenato l’ “Helter Skelter”, la rivolta che avrebbe dato un nuovo ordine al mondo. E che voleva capeggiare. Furono queste, infatti, le parole scritte col sangue a casa dei La Bianca. E diede ordine ai suoi (lui non uccise nessuno) di entrare proprio al 10050 perchè aveva un conto in sospeso con l’ex affittuario della casa, ecco perchè. Le personalità deboli dei membri della famiglia, la loro cattiveria, la capacità di Manson di manipolarli totalmente, l’uso delle droghe, aiutarono quel macello. Ma non c’erano simboli satanici a Cielo Drive, nessun rituale, niente di niente. Solo il Male, mandato ad uccidere da un ometto di 150 cm, che un tempo aveva sorriso in giacca e cravatta.