Francesco Rigoli: 3 anni in fuga da sé stesso, il rientro a casa a Capodanno.

C’è qualcosa di tremendamente ironico nella storia di Francesco Rigoli, 27enne della provincia di Milano, scomparso la sera del 31 ottobre 2011 e tornato a casa il primo gennaio scorso. “Vado ad una festa di Halloween con i miei amici a Milano, prendo la macchina“, aveva detto ai genitori Silvano e Rosanna prima di salutarli dalla sua abitazione di Sordio, nel Lodigiano. Non un abbraccio, non una parola d’affetto, nulla che lasciasse trapelare il suo desiderio: fuggire da quella vita. Eppure, quel pensiero lo attanagliava da diverso tempo. “Voglio partire per un viaggio“, la confidenza scritta su un segnalibro pensando tra sé e sé,  ma che oggi risulta decisiva nel comprendere la scelta di Francesco.

La scomparsa. Sono le 3.30 del mattino del 1 novembre 2011 quando i pompieri corrono nella campagna desolata di Gaggiano, a pochi km da Milano. È lì che brucia abbandonata la Punto grigia della famiglia Rigoli, presa da Francesco la sera prima, per recarsi a Milano. Come c’è finita? Nessuno sa spiegarselo, il centro abitato dista parecchio da quel punto e Francesco non doveva passare per quella strada.

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Le indagini. I carabinieri di Abbiategrasso cominciano le ricerche ed emerge che a poche ore da quello strano incendio, Francesco ha prelevato tutti i suoi risparmi dal conto in banca, circa settemila euro. Inoltre, dai tabulati telefonici del suo telefonino spuntano tantissimi utenti di nazionalità sudamericana: questo porta inquirenti e i genitori a pensare che Francesco, ragazzo adottato di origini peruviane, abbia deciso di partire per risalire alle sue origini.

Ma quella stilata dai carabinieri è comunque un’immagine che si discosta molto da quella fornita da Silvano e Rossana Rigoli. Nei mesi precedenti Francesco aveva detto infatti ai suoi genitori di essere in dirittura d’arrivo per la tesi, tanto che suo padre aveva già pensato di comprargli il vestito per la cerimonia. Niente di più falso, invece: il ragazzo era molto indietro con gli esami alla Facoltà di Legge di Milano. Forse proprio per questo castello di bugie, per le aspettative falsamente alimentate e che sentiva crollare su di sé, Francesco ha pensato di dover staccare la spina. Probabilmente, allora 24enne, ha approfittato proprio di Halloween per diventare un fantasma: si è volatilizzato nel nulla, si è reso irraggiungibile telefonicamente dal 24 ottobre 2011, facendo perdere le proprie tracce per i 3 anni successivi. L’ipotesi diviene allora allontanamento volontario, poi fatta propria dalla procura di Vigevano nel marzo 2012. Un’ipotesi confermata da un messaggio dello stesso Francesco: “Sto bene, dovevo solo ritrovare me stesso”.

Le segnalazioni. Dopo quella sera, Francesco Rigoli viene avvistato in diverse parti d’Europa: viaggia alla ricerca di sé stesso: Monaco, poi la Svizzera, la Spagna e il Portogallo. Nel febbraio di due anni fa era a Aubagne, nel Sud della Francia, dove aveva tentato di arruolarsi nella Legione Straniera. Tramite la segnalazione dell’Interpol, i carabinieri di Abbiategrasso si erano allora messi in contatto con la famiglia Rigoli per chiudere le indagini. Il ragazzo era vivo, in giro per l’Europa, ma a quanto pare non aveva nessuna voglia di tornarsene a casa. Questa situazione rinnova la speranza dei genitori di Francesco, che decidono di aprire delle pagine Facebook per tenersi in contatto con lui: “Aiutateci a trovare Francesco Rigoli” e “Missing Francesco Rigoli”. Proprio su quest’ultima pagina, sua zia Rossana scrive un messaggio il 28 novembre 2013, qualche giorno dopo l’avvistamento del nipote a Genova: “Francesco fatti sentire la tua mamma ha bisogno di te, ti prego se hai un cuore fatti vivo“.

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Forse questo messaggio smuove finalmente la coscienza di un ragazzo spaventato, senza una meta e troppo confuso sul suo futuro, che sembra bruciare come quella Punto che 3 anni fa ha abbandonato nelle campagne milanesi. Passa più di un anno prima che Francesco si decida però a rispondere a quell’appello accorato della sua famiglia e  suonare il campanello di casa, regalando il miglior inizio anno che i suoi genitori si potessero mai augurare: stringerlo nuovamente fra le braccia.

di Barbara Polidori