“Accadde all’idroscalo”: il mistero della morte di Pier Paolo Pasolini

Gli amici di cronaca-nera.it conoscono bene Fabio Sanvitale e le sempre pungenti inchieste che scrive per il nostro portale. Ebbene, da qualche mese sugli scaffali delle librerie potete trovare il suo ultimo lavoro, scritto a quattro mani con Armando Palmegiani, dal titolo “Accadde all’idroscalo”.

I due sono già autori, sempre per Sovera Edizioni, di altri 5 libri-inchiesta, tutti su grandi casi della cronaca nera romana: “Un mostro chiamato Girolimoni” (2011), “Morte a via Veneto” (2012), “Omicidio a piazza Bologna” (2013), “Sangue sul Tevere” (2014) e “Sacro Sangue” (2015).

Questa volta la consolidata coppia Sanvitale-Palmegiani affronta uno dei grandi misteri che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese: la morte del poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini. Il suo cadavere viene trovato la mattina del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, in un campo sterrato. Poche ore prima Pino Pelosi, un ragazzo di 17 anni, che vive di furti e piccoli espedienti, era stato fermato mentre percorreva il Lungomare Duilio di Ostia a bordo dell’auto dello scrittore. In carcere, Pelosi confesserà il delitto. Un delitto maturato negli ambienti della prostituzione: Pasolini era omosessuale e gli piacevano i ragazzini, Pelosi aveva reagito a delle avances tra i due c’era stata una colluttazione con un bastone e una tavoletta di legno, nella quale Pasolini aveva avuto la peggio. Dopodiché, Pelosi era salito a bordo della sua auto ed era passato sopra il corpo, schiacciandogli il torace e rompendogli il cuore. Pelosi verrà condannato a 9 anni e 7 mesi di carcere.

Ma la verità processuale, si sa, talvolta non coincide con la verità storica. Pasolini non è morto per una semplice lite tra cliente e “marchettaro”, sono troppi gli elementi che non tornano. Sanvitale e Palmegiani, in questo interessante libro, ripartono proprio da lì, da quell’ultima notte di Pier Paolo Pasolini. Nel farlo, sviscerano i fatti con precisione certosina, tornano sulla scena del crimine analizzandone i più piccoli particolari, incrociano vecchie carte e documenti inediti, parlano coi testimoni e con gli investigatori dell’epoca e alla fine ricostruiscono la dinamica dei fatti in modo chiaro e convincente.

C’erano i cani che abbaiavano, c’era gente che menava forte, c’era un poeta che cadeva, c’era un’auto. Già. Ma a che ora abbaiarono, quanti erano quelli che menavano, da quale angolo del buio spuntarono fuori, perché aspettavano, quanti dormivano nelle baracche e a che velocità esatta andava quell’auto?

Sono queste alcune delle domande a cui troverete risposta nel libro “Accadde all’Idroscalo”. Nel frattempo vi consigliamo di non perdervi le presentazioni che si stanno facendo in giro per l’Italia, vere e proprie occasioni per approfondire i temi trattati e partecipare a frizzanti dibattiti con gli autori stessi. Per info e accesso ai documenti consultate il sito www.accaddeallidroscalo.com

di Redazione