Un serial killer può avere un mandante?

Un serial killer può avere un mandante? Non è una domanda qualsiasi, visto che nel caso del Mostro di Firenze spunta ciclicamente la pista del “secondo livello”, cioè appunto il mandante. Prima con Francesco Narducci, gastroenterologo e docente universitario perugino morto nel Lago Trasimeno il 13 ottobre 1985; poi col farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei, assolto nel 2008.

Tutto è cominciato il 7 novembre 1997, nell’aula bunker del Palazzo di Giustizia di Firenze, quando Giancarlo Lotti, deponendo nel processo ai Compagni di Merende, se ne uscì col “dottore” che si ricomprava le parti umane portate da Pacciani. L’attendibilità di Lotti & Co. sul delitto degli Scopeti e su quello di Baccaiano è però prossima allo zero: ha detto o no la verità, quel 7 novembre?

Un serial killer può avere un mandante? Lo abbiamo chiesto al criminologo Ruben De Luca (nella foto), che ha dedicato molti anni di studio all’omicidio seriale ed ha elaborato il WOSKIDAB, un database internazionale dei serial killer nel quale sono catalogati più di 3.000 assassini. Dottor De Luca, può esistere, in generale, un mandante, in questi casi? “Nel campo stretto dell’omicidio seriale è un’ipotesi totalmente campata in aria, anche se con un approccio scientifico non possiamo escludere nulla al 100%. Per quanto ne sappia, a livello storico e internazionale non esiste un caso in cui ci sia stato un mandante. Di solito il serial killer uccide per soddisfare un bisogno patologico personale.

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Quindi, nessuna possibilità? “È un’ipotesi che ha senso solo nel caso di una setta, satanica o esoterica. Cominciamo col dire che in genere si fa confusione tra questi due termini, che non sono la stessa cosa. Le prime sono quelle in cui si adora Satana, le seconde quelle coi santoni, i guaritori, maghi. A livello di sette sataniche, l’unico caso noto in Italia è quello delle Bestie di Satana, mentre di maghi e guaritori da truffa ne abbiamo visti tanti, invece. In entrambi i casi va detto che di sacrifici rituali, squartamenti, sette ramificate in vari livelli non risultano casi documentati a livello europeo.” Naturalmente, ricordiamoci che le Bestie di Satana non erano dei serial killers.

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Se l’unica setta satanica italiana che ha prodotto degli omicidi è questa, le esoteriche possono essere comunque pericolose? “Qui abbiamo reati diversi. Plagio (quando c’era nel codice penale), truffa… sono le classiche situazioni in cui si promettono guarigioni miracolose ma ben pochi reati di sangue. Semmai violenze sessuali, ma non omicidi o mutilazioni.

Quindi, riassumendo, possiamo dire che si possono individuare dei mandanti nel caso della serialità omicidiaria solo nelle sette sataniche, più pericolose delle esoteriche; che in Italia abbiamo avuto un solo caso di questo tipo, dove però non c’era serialità; che a livello internazionale sono comunque casi sporadici. Giusto? “Sì, i casi documentati sono davvero pochi e non in Italia. Tra l’altro sarebbe più coerente chiamarle sette pseudo-sataniche, visto che usano il diavolo per amplificare patologie già esistenti. Poi quanto c’è di devozione a Satana è da vedere. Penso a casi soprattutto americani.

Cosa pensa dell’ipotesi Pacciani+Compagni di Merende? “La personalità di Pacciani e degli altri non corrisponde al profilo tipico dei serial killer. Più che di una setta, i delitti del Mostro di Firenze mi ricordano il caso di David Berkowitz che uccideva – almeno in diverse occasioni – coppie in auto a New York, e quello di Josè Marcelino, avvenuto in Messico e molto simile nelle dinamiche al caso italiano: spiava le coppiette appartate in auto in zone isolate, uccideva prima l’uomo e poi la donna mediante strangolamento, dopo averla terrorizzata con un coltello.

Insomma, è un’ipotesi statisticamente improbabile: ma non possiamo sapere se quell’1% di probabilità non si sia davvero verificato.

di Fabio Sanvitale