L’allarme satanismo in Italia l’hanno inventato i giornalisti

Dopo l’episodio di Torino, in cui una minorenne è finita preda (con la disgustosa complicità del suo ragazzo e della madre di lei) di due pensionati che, con la scusa di riti purificatori, l’hanno violentata per un anno, e dopo il ritrovamento nella necropoli etrusca di Cerveteri di segni di riti occulti, si riparla del satanismo in Italia. Come sempre, con scarsa cognizione di causa, generando allarme sociale o, meglio, quello che viene definito “panico morale” dagli addetti ai lavori. Due parole, allora, per dirvi come stanno le cose. Qui a CN saremo fuori dal coro, ma non ci piace vendervi fandonie. L’allarme satanismo in Italia non esiste. Esistono casi isolati di criminali comuni che hanno commesso e commetteranno reati ignobili come quello di Torino. Vediamo perché.

  • Gli unici omicidi commessi in Italia da satanisti sono quelli delle Bestie di Satana (1998-2004) e quello di Chiavenna, vittima suor Laura Mainetti (2000). Tredici anni fa. Stop. Nessun altro omicidio è mai stato ascrivibile, da allora, a presunte sette sataniche. Sono cifre sinceramente risibili e casi che si sono comunque conclusi con processi e condanne. Altre inchieste, come quella sui Bambini di Satana, si sono concluse in un nulla di fatto perché, semplicemente, non c’era nessun reato, a parte una marca da bollo mancante.
  • Per quanto possa sembrare strano, poi, il satanismo è una forma di religione. C’è chi crede in Gesù e chi in Satana. Farlo non significa automaticamente crocifiggere vergini, stuprare donne, sgozzare bambini, bere sangue. L’immagine che abbiamo in testa del satanismo, noi tutti, è quella cinematografica e televisiva di certi film e certe serie. Ma una cosa è il cinema e un’altra la realtà delle cose. In altre parole: essere satanista non vuol dire commettere reati. Sono riti diversi da quelli cristiani, e molto, ma non muore o si fa male o viene drogato nessuno. Le principali organizzazioni mondiali sataniste hanno peraltro siti pubblici e regole definite. Questo nei gruppi seri. I cani sciolti, come vedremo dopo, qualche danno lo fanno, ma non grave.
  • Cose come quelle successe a Torino non hanno niente a che vedere col satanismo. Ne sciommiottano i riti in canottiera, per poter fare sesso con la ragazzina di turno. Non basta mettersi la tonaca per fare un prete, non basta farfugliare qualche parola in ostrogoto per fare un satanista. Se poi contiamo quanti siano gli abusi come quello appena successo, ecco le cifre. Sappiamo che circa 7/8 milioni di italiani sono andati almeno una volta da un sedicente mago e che ci sono stati 5 casi in Italia, negli ultimi 5 anni (i processi sono in corso), di maghi che hanno violentato le clienti; sappiamo che di casi analoghi in Europa ce ne sono stati una trentina, stesso periodo (fonte: Cesnur). Per quanto ci saranno sicuramente altri casi non denunciati, non ci sembrano, francamente, le cifre di un’invasione. Parliamo comunque ancora di pseudomaghi che si fingono satanisti, non di satanisti veri. E’ diverso.
  • L’ignoranza sull’argomento è molto, molto, molto estesa. Pochi i libri seri sull’argomento. Polizia, carabinieri, magistrati, non ne sanno nulla. Ne sanno quanto voi. Non sono formati per indagare su questi reati e scambiano spesso un furto di ostie per la presenza di gruppi satanici (ne avevamo parlato qui). Tutto quello che sanno è lo stesso che sapete voi: “L’esorcista”, qualche film di Dario Argento, le stupidaggini riportate su tanti siti, quelle dette da alcuni rappresentati della Chiesa che ingigantiscono i numeri dei satanisti in Italia per mettere paura o giustificare sovvenzioni. Molti investigatori, poi, confondono un rito di altra religione con un segno satanico.
  • Non ci sono migliaia di satanisti, in Italia. Negli anni sono state sparate cifre diversissime tra loro, in sondaggi le cui regole di ricerca scientifica non venivano mai dichiarate. Le uniche cifre attendibili sono quelle del Cesnur di Torino, dove opera il professor Massimo Introvigne, sociologo e principale studioso italiano di Storia delle Religioni, di valore internazionale. Queste: ci sono una decina di gruppi ufficiali, in chiaro, controllabili, con qualche centinaio di adepti. E 2-5.000 (impossibile essere più precisi) ragazzotti che, dice Introvigne,

    “non sono in contatto con tradizioni e rituali – sono insieme disprezzati e tenuti a distanza dai gruppi degli adulti – e il loro rituale tipico non è, normalmente, la Messa nera. Si tratterà di sacrifici di animali, di atti sessuali accompagnati dalla rottura di un crocefisso o di un altro simbolo cristiano, di profanazione di chiese e – più spesso – di cimiteri. Quello che la maggior parte di loro è pronto a fare è al massimo scrivere bestemmie sulla porta di una chiesa o scoperchiare lapidi in un cimitero. Le persone che sarebbero disposte a reati molto gravi, qui in Italia, si contano sulle dita di una mano. Più che di un’ “invasione delle sette”, si dovrebbe forse parlare di un’invasione delle sigle”.

  • Non confondiamo spiritismi, presunti maghi e cartomanti col satanismo. Non è che facciamo di ogni erba un fascio. Un meccanico non è un carrozziere, anche se tutti e due si occupano di auto.
  • Infine: Torino non è una città esoterica, come si sente ripetere ogni santa volta. Questa definizione nasce da una burla che negli anni Sessanta venne fatta in un articolo di Vittorio Messori (cattolicissimo autore teatrale e giornalista) che, ben sapendo di scherzare, scrisse su “Stampa Sera” che c’erano 40.000 satanisti in città. Erano un centinaio, ma la burla fu così ben riuscita che ancor oggi, a decenni di distanza, trovi lo sprovveduto che sul web dice che a Torino, ci sono 40.000 satanisti.
  • E infine: questo articolo non è un inno al satanismo, intendiamoci. A chi scrive non gliene può importare di meno. Però la mistificazione della verità, no. Credete in quello che vi pare, ma fate sempre molta attenzione a quello che scriviamo noi giornalisti. Vendiamo paura.

di Fabio Sanvitale