Furti di ostie: arrestati i colpevoli

 

ladri

di Fabio Sanvitale direzione@calasandra.it

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9 marzo 2013

Avevamo appena finito di pubblicare, qualche giorno fa, un paio di articoli sul satanismo: in uno riportavamo di una serie di furti nelle chiese (clicca QUI per leggerlo), furti di ostie. Nell’altro analizzavamo il fenomeno (clicca QUI per leggerlo). In entrambi dicevamo che questi episodi col satanismo non hanno niente a che fare e che sono spiegabili con la criminalità comune. A qualcuno può essere parsa una posizione esagerata, forse persino provocatoria, visto che in casi del genere subito i media si buttano a pesce nell’evocazione preoccupata di scenari diabolici. Come volevasi dimostrare, ecco che invece arrivano i carabinieri a darci ragione. Siamo a Lucca, dove nei mesi scorsi in diverse chiese della provincia (ma anche in quella di Pisa) erano stati compiuti furti sacrileghi, ovviamente ad opera di ignoti satanismi. Tre giorni fa sono invece stati arrestati i responsabili. Sono gli stessi che erano entrati nella chiesa di San Francesco a Forte dei Marmi. Ma non per pregare. S’erano portati a casa calici da messa, ostensori, ostie.

Per fare qualche messa nera? Qualche orgia satanica? Invocare il diavolo? Macchè. Molto più banalmente per rivendere degli oggetti d’oro. I tre ladri sono già stati processati per direttissima al tribunale di Viareggio.

Rinaldo Mannaria, della provincia di Cosenza 49 anni, Umberto Melani di 52 anni di Lucca, e Rocco Aldo Nicola Santorsola di 66 anni di Caserta li ha beccati una “gazzella” in una pineta vicino alla parrocchia di S. Francesco, praticamente con la refurtiva in mano. Insomma, non solo non erano satanismi ma nemmeno particolarmente intelligenti come ladri. Fuggire sì, quello hanno provato a farlo. Ma è finita male, nessuna entità oscura è venuta a salvarli dagli uomini in divisa.

E’ finita con i carabinieri che hanno riconsegnato tutti gli oggetti sacri al parroco di S. Francesco. Peccato che nessuno, in questa circostanza, abbia ammesso il precedente errore di valutazione. Il problema è che le chiese sono luoghi in cui tutti sanno che sono custoditi oggetti d’oro, che la microcriminalità è diffusa e che gli edifici di culto sono posti in cui si entra assai più facilmente che nella casa di ognuno di noi. Nessuna porta blindata, nessun chiavistello, possibilità di entrare ed uscire liberamente, nessun allarme. E tanti oggetti non custoditi, facile da portare via per un paio di ladri in trasferta. Che sono solo dei ladri: e nient’altro.

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