11 cose che non sai sulla castrazione chimica

Puntuali come l’Agenzia delle Entrate, dopo ogni caso di stupro o pedofilia tornano le richieste di castrazione chimica. Il rimedio definitivo. Lo è davvero? Vediamo.

In cosa consiste. In una somministrazione di farmaci, per via endovenosa o in compresse, contenenti ormoni, allo scopo di ridurre la libido e l’attività sessuale. I farmaci interfereriscono con l’ipotalamo, che a sua volta è collegato con l’ipofisi, che a sua volta guida l’attività dei testicoli nel produrre testosterone. Può essere temporanea o irreversibile, a seconda della finalità.

Da dove viene il nome. Dalla propaganda politica e dalla cultura popolare.“Castrazione chimica”, sarete d’accordo, è un termine forte, violento. Se la chiamassimo col suo nome scientifico (“silenzio ormonale reversibile”) non farebbe lo stesso effetto alle elezioni.

Quando si usa. Come pena accessoria per gli stupratori e i pedofili: per avere accesso alla libertà vigilata, ridurre il proprio periodo di incarcerazione o diminuire il rischio di recidiva. Ma questo è solo l’uso più pubblicizzato. Per esempio, si usa anche nella fase preliminare in caso di cambiamento di sesso: qui, la trasformazione è irreversibile dopo sei mesi dall’inizio del trattamento. Si usa anche, a fini terapeutici, nei casi di asportazione di tumore alla prostata.

E si usa anche sulle donne. Certo: e da decenni. Potete decidere di chiamarla “castrazione”, “silenzio” o col suo nome, “amenorrea iatrogena”. Si tratta di mettere a riposo l’ovaio (e quindi le mestruazioni) temporaneamente, per bloccare la produzione ormonale di estrogeni, progesterone e testosterone. Si usa in caso di endometriosi, di cure per la sterilità, di tumori al seno.

Come agisce.  Nell’arco di qualche mese il desiderio sessuale cala, ma non si riduce completamente anche l’eventuale aggressività del soggetto, che pure è mediata dalla stessa via neurochimica, quella dopaminergica, una sorta di strada che dal cervello immette nel sangue determinate sostanze. Lasciamo la parola da Alessandra Graziottin, sessuologa: “Nelle persone con disturbi antisociali di personalità, che possono diventare socialmente pericolose, impulsività e aggressività sono esasperate e meno controllate e controllabili, anche in ambito sessuale. Ridurre drasticamente i livelli di testosterone significa ridurre almeno in parte la componente biologica che alimenta questi comportamenti”. Ricordiamocelo, insomma: “almeno in parte”.

Quanto dura. L’effetto di una somminsitrazione può variare da 20 giorni a 3 mesi. La terapia agisce finché il farmaco viene somministrato. Non appena viene sospeso, la produzione di testosterone ritorna ai livelli normali. Il trattamento può durare anni, ma certo non per tutta la vita del condannato.

Dove si usa. In Europa, in questi paesi: Svezia (dal 1993), Finlandia, Germania (dal 1969), Danimarca (dal 1973), Norvegia (dal 2004), Belgio, Francia (dal 1997), Spagna (dal 2010), Inghilterra (dal 2008). Spesso ci sono limitazioni in base all’età minima del condannato o della vittima.

È coattiva? In pochissimi paesi e solo per casi specifici. In tutti gli stati appena nominati, non si può usare senza il consenso del condannato ed è associata a trattamento psicologico. Il primo paese che invece l’ha introdotta obbligatoriamente è stata la Polonia nel 2009, ma solo per i colpevoli di stupro verso minori di 15 anni e parenti stretti. Nel 2011, la Russia ha introdotto la castrazione chimica obbligatoria in caso di stupro su minori di 14 anni, ma, anche qui,  oltre questa età occorre il consenso del colpevole. Dal 2014 vige per i recidivi in Macedonia, mentre dal 2012 in Moldavia per gli stranieri.

Funziona sempre? No, non è il rimedio definitivo a pedofili e stupratori. Innanzitutto, è su base volontaria. Poi, studi americani dimostrano che non sempre la riduzione del livello di testosterone è sufficiente a inibire atti violenti, perché questi uomini hanno anche forti componenti motivazionali di tipo psichico. C’è proprio un piacere nel compiere reati sessuali e questo, purtroppo, non lo cancelli con un farmaco. C’è un altro problema: se il tizio una volta uscito sparisce, la terapia non fa più effetto e tanti saluti. Altro problema: se il tizio, tra una terapia e l’altra, ordina su internet del testosterone in gel, siamo al punto di prima. Risultato: ecco perché su alcuni funziona bene e su altri no.

Risultati pratici: alcuni numeri. Dal 1989 al 2007 in Danimarca sono stati trattati 25 uomini. In Francia dal 2006 erano in trattamento 48 uomini. I numeri sono simili in altri paesi. Come vedete, è un rimedio applicabile a piccolissime quote di detenuti.

Ma la castrazione chirurgica esiste? Solo due Paesi europei – Repubblica Ceca e Germania – l’hanno usata e non è piaciuto per niente al Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa. Secondo i loro dati, in Repubblica Ceca almeno 50 persone condannate per reati sessuali sono state sottoposte a castrazione chirurgica tra il 2001 e il 2006 previo loro consenso: parliamo però di alcolizzati o persone con deficit mentali, quindi dire che c’era consenso è praticamente una mezza presa in giro. In Germania, c’è stata una decina di interventi tra il 2000 e il 2013.

di Fabio Sanvitale