Angelo Izzo, il pluriomicida, confessa un altro delitto

Belluno – Importanti novità in merito a Rossella Corazzin, giovane studentessa di 17 anni scomparsa misteriosamente il 21 agosto del 1975 da Tai di Cadore, una località in provincia di Belluno. Angelo Izzo, pluriomicida condannato a due ergastoli e autore del massacro del Circeo insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira, dal carcere di Velletri ha parlato, riferendo ai magistrati che il gruppo romano avrebbe ucciso Rossella Corazzin mentre si trovava in vacanza a Tai di Cadore. L’avrebbero rapita, portata in una casa a Perugia sul lago Trasimeno e l’avrebbero violentata e uccisa in dieci uomini. Il fascicolo è arrivato al procuratore di Belluno Paolo Luca che in merito alle dichiarazioni di Izzo ha riferito che “nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Angelo Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell’uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei”, intanto il fascicolo è stato trasmesso per competenza a Perugia.

E’ stato realmente il gruppo del Circeo a far sparire Rossella Corazzin? L’Avvocato di Gianni Guido, che ha scontato la sua pena ed è tornato libero, ha dichiarato che si tratta di “Una notizia priva di qualsiasi fondamento”. Il massacro del Circeo è stato compiuto da Angelo Izzo, Gianni Guido e Andre Ghira nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, esattamente un mese dopo la scomparsa di Rossella Corazzin.

angelo izzoUn episodio di cronaca nera che ha macchiato di sangue e orrore il litorale pontino, squarciando il velo di Maya sulla Roma dei Parioli. Rosaria Lopez era una barista di 19 anni e Donatella Colasanti una studentessa di 17 anni, provenivano entrambe da famiglie modeste. All’uscita dal cinema conoscono Izzo, Guido e un’altra persona risultata poi estranea ai fatti: decidono di rivedersi e trascorrere un po’ di tempo insieme. Si incontrano il 29 settembre con Izzo e Guido e accettano l’invito a partecipare ad un festino ad una villa al Circeo che apparteneva al padre di Ghira. I due rivelarono subito le loro intenzioni e dalle dichiarazioni di Donatella Colasanti è emerso che a quel punto Guido ha tirato fuori una postola dicendo “siamo della banda dei Marsigliesi, quindi vi conviene obbedire, quando arriverà Jacques Berenguer non avrete scampo, lui è un duro, è quello che ha rapito il gioielliere Bulgari”. Le ragazze vengono torturate e costrette a subire ogni tipo di violenza incontrollata. Donatella Colasanti riesce a salvarsi perché si finge morta, Rosaria Lopez invece muore. I tre pariolini avvolgono i corpi, li caricano nel cofano della macchina di Gianni Guido e tornano a Roma. Donatella prende coscienza del fatto che la macchina fosse stata abbandonata dagli assassini e allora inizia a farsi sentire, richiamando l’attenzione e riuscendo a salvarsi. Il Procuratore, in merito alla vicenda Corazzin, afferma che “Angelo Izzo non ha fatto il nome di questa ragazza friulana, ma ha dato dei riferimenti sulla vicenda del rapimento, con la data del fatto, tali da far ritenere che si trattasse di Rossella Corazzin”.

Izzo fu ascoltato dai magistrati nel 2016 a seguito di una lettera da lui inviata ai pm in cui diceva di essere pronto per fare importanti dichiarazioni in merito a fatti importanti. Le sue testimonianze furono raccolte e la Procura aprì un fascicolo. A seguito di ulteriori verifiche in merito a fatti di sangue risalenti agli anni 70 di cui si attribuiva la paternità, fu accusato di calunnia e autocalunnia. I pm inviarono gli atti alle varie procure, con dichiarazioni annesse, per competenza territoriale.

Ma chi era Rossella Corazzin? Era una studentessa di 17 anni che frequentava il Liceo Classico, amava leggere libri e passeggiare con il padre. Nell’agosto del 1975, la famiglia Corazzin si trova in località Tai di Cadore per trascorrere il periodo di ferie. Dopo pranzo, come di consueto, tutti riposano. Rossella e il padre, come di consueto, sono soliti fare le passeggiate nel bosco. Le piccole abitudini che stanno alla base della serenità della famiglia Corazzin vengono interrotte bruscamente il 2 agosto del 1975, quando Rossella viene vista dal padre mentre passeggia da sola in paese. Il padre è consapevole che quell’azione non rientra nelle abitudini della figlia e allora decide di fermarla e chiederle spiegazioni ma lei risponde con tono scherzoso che ha bisogno di evadere. Il 21 agosto, giorno della scomparsa, la giovane termina il pranzo ma al riposo pomeridiano preferisce una passeggiata tra i boschi con il padre, che però si oppone alla richiesta perché stava riposando e suggerisce a Rossella di avviarsi. Lei segue il consiglio, prende il maglione verde, un libro, saluta e dice al padre che sarebbe rientrata presto per uscire con lui. Intanto il tempo passa, scandito dal ticchettio delle lancette quasi come fossero lame che tagliano il cuore. Rossella non c’è, si perdono le sue tracce, i suoi genitori iniziano a cercarla disperatamente in lungo e in largo anche perché la loro figlia non si sarebbe mai comportata in quel modo.

Immediatamente giungono sul posto i Carabinieri con le unità cinofile, che fiutano tracce di Rossella davanti una panchina. Ma dov’è Rossella? Come mai le sue tracce si fermano in quella panchina? Qualcuno l’ha prelevata con la forza? L’unica testimonianza di cui si ha traccia è quella di una signora che riferisce di aver visto una ragazza con un libro in mano, lungo la strada principale. Secondo la testimonianza, la giovane era propensa a sedersi sulla panchina. Si trattava di Rossella? L’estate finisce e con lei anche le flebili speranze di ritrovare la giovane. Che fine ha fatto? Si chiedono in molti. Spuntano intanto nuove testimonianze che riaccendono nuove speranze sul caso. Una commerciante di Tai di Cadore ricorda di aver visto Rossella in quel caldo  pomeriggio di agosto. Secondo la testimonianza, la giovane non era sulla panchina a leggere il libro ma si trovava a bordo di un’autovettura rossa e sembrava addormentata. La testimone oculare, inoltre, identifica Rossella in quella giovane per il maglioncino golf che indossava. Era davvero lei? Ma tutto continua a tacere, il silenzio assordante di quei boschi sembra aver inghiottito la verità in merito alla misteriosa scomparsa di una giovane che amava leggere e fare lunghe passeggiate nel verde sconfinato. Nel 2003 la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” si occuperà del caso, ripercorrendo la vicenda punto per punto e portando alla luce una lettera che la giovane scrisse ad una compagna di liceo. In quella lettera fa riferimento ad un ragazzo di nome “Gianni”, che studiava giurisprudenza a Padova e che trascorreva le proprie vacanze a Tai di Cadore. Scrive di averlo incontrato e di aver passeggiato con lui e la sorella. Una vicenda alquanto strana poiché la giovane era solita uscire con il padre. Chi è Gianni? Tante le ipotesi che si sono susseguite nel corso di questi lunghi anni. Nel 2010 il Tribunale di Pordenone l’ha dichiarata legalmente morta. Che fine ha fatto Rossella?

di Angelo Barraco