Riassumiamo cosa sta succedendo nella vicenda del Mostro di Firenze

Riepiloghiamo, per chi si fosse messo solo ora all’ascolto, cosa sta succedendo in questi giorni nell’intricata vicenda del Mostro di Firenze. Mentre proseguono le analisi, in corso dalla fine dello scorso anno, sui reperti delle scene del crimine (con grossi punti interrogativi sullo stato di conservazione dei reperti, visto che all’epoca tante accortezze nella loro manipolazione non c’erano) come la busta inviata al magistrato Della Monica, un fazzoletto, la tenda del delitto degli Scopeti, le cartucce Winchester, “Il Giornale” ha pubblicato un’inchiesta in cui un cittadino americano di 82 anni – J.B.-  di origini italiane, affermerebbe di essere l’esecutore materiale dei duplici omicidi avvenuti nelle campagne toscane tra il 74’ e l’85 e attribuiti al Mostro.

Mentre gli investigatori indagano ancora sull’ex legionario di Prato, Giampiero Vigilanti, il giornalista Francesco Amicone ha raccolto la testimonianza del presunto serial killer, affermando di avere dati riscontrabili e la soluzione di quattro crittogrammi sull’identità di Zodiac, uno dei più inafferrabili serial killer americani. Secondo Amicone, Zodiac e il Mostro di Firenze, sarebbero la stessa persona e cioè J.B.

Si può mettere la parola fine al caso? L’uomo avrebbe ucciso sei persone in California tra il 1966 e il 1974 con lo pseudonimo di “Zodiac” e sarebbe anche l’autore dei delitti del Mostro di Firenze, dal 1974 al 1985. E il delitto del 1968? Se gli accertamenti scientifici hanno dimostrato che il Mostro ha utilizzato sempre la stessa arma, come avrebbe fatto “Zodiac” ad impossessarsene? La confessione dell’americano al giornalista sarebbe avvenuta l’11 settembre del 2017. “I miei colleghi di lavoro al Criminal Investigation Detachment lo sapevano” avrebbe ammesso. Una vicenda che ribalterebbe totalmente la verità processuale che ha portato alle condanne di Lotti, Vanni e Pacciani, ma che è tutta da verificare e  presenta numerose forzature, contraddizioni logiche, investigative e suggestioni.

L’argomento “Mostro di Firenze”, però, sembra piacere proprio a tutti e sembra che tutti vogliano necessariamente dire la loro: tutti vogliono raccontare, scrivere, documentare, essere a loro modo protagonisti di una storia che tristemente ha sporcato di sangue una fetta d’Italia e macchiato di dolore 16 vite spezzate. Dopo cinquant’anni sembra che molti vogliano salire sul carrozzone e riempirsi le tasche attraverso il dolore di quelle famiglie che ancora oggi aspettano una risposta, mentre gli anni passano, la pelle invecchia e la verità sembra sempre più lontana.  

E infatti in questi giorni s’è fatto sentire anche Angelo Izzo, pluriomicida condannato a due ergastoli e autore del massacro del Circeo insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira, che dal carcere di Velletri ha parlato, riferendo ai magistrati che il gruppo romano avrebbe ucciso anche Rossella Corazzin, la giovane studentessa di 17 anni  scomparsa misteriosamente il 21 agosto del 1975 da Tai di Cadore, una località in provincia di Belluno. Il delitto sarebbe avvenuto sul lago Trasimeno, in una casa a Perugia e l’avrebbero violentata e uccisa in dieci uomini. Izzo ha stilato una lista di presunte persone coinvolte nella scomparsa, riportando il nome di Francesco Narducci –da molti ritenuto un autorevole candidato a essere il Mostro di Firenze- e sostenendo che Rossella sarebbe stata tenuta, violentata e uccisa nella villa del medico perugino, morto poi nell’85 (inizialmente coinvolto nella vicenda del Mostro di Firenze e successivamente escluso dalla magistratura in via definitiva). E’ attendibile Izzo? Le sue dichiarazioni appaiono essere un mucchio di sciocchezze.

E come mai arrivano proprio adesso? Pura coincidenza? Mary Petrillo, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Università Niccolò Cusano: “Su Izzo, soggetto discutibile e poco credibile, ci sarebbe molto da dire. L’americano, poi, che anni fa fu sentito come testimone al processo Pacciani, dapprima fece una descrizione dell’assassino alto 1.80, quindi affermò di riconoscere Pacciani. Ma nella sua testimonianza c’è almeno una incongruenza sull’orario di morte dei turisti francesi. Certamente gli inquirenti fanno bene ad approfondire e non tralasciare nulla, ma personalmente trovo davvero poca se non addirittura nessuna similitudine tra il profilo di Zodiac e del Mostro di Firenze. Il modus operandi è vero che può cambiare, ma la firma no!”.

di Angelo Barraco