di Andrea Minotti
28 novembre 1994: nel Columbia Correctional Institute a Portage nel Winsconsin, muore all’età di 34 anni, il cannibale di Milwaukee, ucciso da un altro squilibrato, Christofer Scaver, schizofrenico, che credendosi il “figlio di Dio” e agendo per conto del “Padre” gli sfonda il cranio con una sbarra metallica di una macchina per gli esercizi.
Jeffery Dahmer nasce il 21 maggio 1960 a West Allis, una città degli Stati Uniti d’America nella Contea di Milwaukee, da Annette Joyce e Herbert Lionel Dahmer. All’età di sei anni, in seguito alla laurea in chimica del padre, l’intera famiglia cambia tre volte casa prima di stabilirsi definitivamente in una casetta tra i boschi di Bath. Qui nel 1968 Jeffery viene molestato sessualmente da un ragazzo vicino di casa. Questo episodio dell’infanzia, non esposto, potrebbe avere un ruolo fondamentale per comprendere i suoi crimini successivi.
Herbert, il padre, nota il cambiamento del figlio: prima esuberante, ora timido, scontroso, ombroso, con un’aria sempre più triste ed annoiata. I genitori decidono quindi di comprargli un cucciolo di cane, Frisky, che diventa il suo compagno di giochi.
Nel 1967 nasce un fratellino, David. Per per rendere più partecipe l’introverso primogenito, i coniugi decidono di far scegliere il nome a Jeffery. Non solo: Jeffery viene portato sempre più spesso nei luoghi frequentati dai bambini, con la speranza che questi possano coinvolgerlo nei loro giochi, ma la timidezza e il senso d’inferiorità che prova verso i suoi coetanei non gli permettono di socializzare.
Jeffery, riceve altri brutti colpi. Ha dieci anni quando la madre viene ricoverata in ospedale per una profonda depressione, ed è in questo momento che il matrimonio dei Dahmer entra in crisi ( arrivando al divorzio nel 1977 ). I continui e feroci litigi, fanno capire al piccolo che la casa non è un luogo sicuro. Successivamente, scopre una forte attrazione perversa per gli animali, che continua anche nell’adolescenza , fino a che, in lui si sviluppa una curiosità anatomica per quei “corpicini pelosi”. Ad esempio (è lo stesso Jeff a raccontare l’episodio), una volta va a pescare con dei ragazzi del posto e quando finalmente riesce a prendere il suo primo pesce, lo depone avidamente sul pontile e lo sventra per osservare morbosamente come è fatto all’interno.
La sua ossessione si fa sempre più forte, infatti comincia a fare esperimenti con animali morti, raccogliendoli per strada in buste di plastica per poi portarli nei boschi e sezionarli; decapita roditori, sbianca con l’acido le ossa dei polli, inchioda le carcasse agli alberi, infilando la testa sui pali.
Herbert capisce che il figlio sta attraversando un periodo particolarmente difficile della sua esistenza, ma attribuisce il tutto alla pubertà, non immagina che suo figlio abbia una mente così deviata.
Durante la sua adolescenza Jeffrey scopre di essere attratto soltanto dal corpo dei ragazzi, e ben presto le sue fantasie sessuali si arricchiscono di violenza, eccitandosi con scene macabre. Al tempo, il suo sogno più grande è quello di giacere con un uomo privo di sensi.
Durante il liceo le sue fantasie diventano morbose, ossessive, e per togliersele dalla testa, comincia a bere. Jeff dopo la separazione dei genitori, rimane solo, non ha amici, non ha interessi “normali” con cui passare del tempo, e per cogliere attenzione e per cercare di entrare in un gruppo di suoi simili, fa uso del suo spiccato senso di umorismo, rendendosi divertente davanti agli occhi dei compagni di scuola, che lo definiscono un clown, ed è così strano ed imprevedibile che il suo cognome viene coniato per dire, spiegare un modo di fare: “fare il dahmer”.
Nel 1978 alcuni giorni dopo essersi diplomato, con l’aiuto dell’alcool trasforma le sue macabre fantasie in realtà. A diciotto anni le fantasie sessuali sono sempre più forti e ossessive: Jeffery vede se stesso violentare, ed uccidere il proprio partner. Comincia a frequentare assiduamente negozi specializzati di articoli erotici per uomini e compra riviste pornografiche adatte ai suoi gusti sessuali, pratica la masturbazione quotidiana, approfittando anche della liberà concessagli in casa da quando i genitori se ne sono andati. La sua prima vittima, è Steven Hicks, un autostoppista di diciannove anni… (CONTINUA)
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