di Fabio Sanvitale direzione@calasandra.it
03 marzo 2013
C’è il diffondersi del satanismo dietro i numerosi furti di ostie degli ultimi mesi? In tutt’Italia sono in aumento, tanto che a Monreale l’Arcivescovo Salvatore Di Cristina ha deciso di tenerle chiuse in cassaforte. E che dire delle ostie rubate a S. Michele Arcangelo in Lentace, frazione di San Martino Sannita (Benevento), a dicembre scorso? O di quelle sparite a Santa Gemma, chiesa di Mazara del Vallo? E quelle trafugate a San Francesco di Villafranca, in Lunigiana? E quelle volatilizzate a Guglionesi, in Molise, a Natale scorso? E delle cento sparite a Termoli?
I furti di ostie sono sempre buoni a riempire le pagine di giornali e siti che non controllano le notizie. Ma la prima cosa che balza all’occhio di chi vede satanisti in agguato dappertutto è che più che le ostie – che non hanno ovviamente alcun valore commerciale, solo religioso – spesso è sparita la pisside che le contiene. Tanto che i carabinieri della compagnia di Pontremoli, indagando sul furto di Villafranca, escludono la pista satanica, una delle ipotesi che ovviamente si era subito sparsa in paese. “Non abbiamo segnali di messe nere in questo territorio” dicono. In effetti la pisside che spesso è d’oro o d’argento nella povera chiesa di San Francesco sembrava preziosa, ma era di metallo… Mentre era d’oro a Termoli, dove non a caso con le ostie sparisce, soprattutto, ciò che le contiene.
Poi leggi meglio anche le altre notizie e scopri, ad esempio, che chi ha rubato le ostie a S. Michele sapeva benissimo dov’erano le chiavi che chiudevano il tabernacolo e che ovviamente anche qui s’era portato via la pisside. Ma la prima cosa cui pensa il parroco è Satana, s’intende, non un fedele che diventa ladro. Idem a Mazara del Vallo. “Si tratta di un atto gravissimo, che fa seguito ad altri simili accaduti nei mesi scorsi in chiese della diocesi” ha detto il vescovo, monsignor Domenico Mogavero. Ed ora, attenzione alla chicca: “pur non avendo elementi probanti c’è da ritenere che la mano scellerata sia stata mossa da motivazioni riconducibili a riti satanici”. Come sarebbe a dire, “pur non avendo elementi probanti”? E’ come dire che le prove non servono: tanto si sa che è tutta roba del satanismo!
Oppure, controlli meglio la notizia di Guglionesi e scopri che l’ostia sparita è stata ritrovata dentro la stessa chiesa, in un libretto dei canti lasciato su un banco. Non sarà stato qualche anziano un po’ distratto, che l’ha presa alla comunione e se l’è scordata? Macchè! Dovete sapere, spiega don Gianfranco, il parroco, che i satanisti mandano adepti a prendere le ostie al momento della comunione, ostie che non verranno ingerite dal falso credente ma rivendute per cento o centocinquanta euro alla setta. A parte che verrebbe da chiedersi come lo sa, la domanda è: ma se il sistema è questo che bisogno c’è di spaccare porte e tabernacoli per rubare le ostie? Vallo a capire.
Ogni tanto un po’ di buon senso non manca, tuttavia. Una dozzina d’anni fa, a Firenze, “La Nazione” sparò un titolone sui furti di ostie in aumento. Fu proprio la Diocesi, quella volta, a gettare acqua sul fuoco. Don Angelo Pellegrini, all’epoca docente presso la Facoltà di Teologia dell’Italia centrale e parroco a Lastra a Signa, disse – è il caso di dirlo- parole sante: “non enfatizziamo qualcosa che non esiste. Nella mia parrocchia non è mai accaduto”. D’altronde in Toscana, in base a quanto risultava proprio al settimanale delle Diocesi, erano stati rarissimi, in quegli anni, i furti di osti nelle chiese. L’allarme se l’era inventato “La Nazione”.
Il furto di ostie consacrate è, ovviamente, un fatto gravissimo per la Chiesa, punibile con la scomunica. Tanto che giustamente la stessa Curia romana sembra aver approvato il gesto di custodirle in cassaforte. Fin qui, niente da dire. Ma creare allarmismi inutili ci piace poco. Leggiamo qualche passo di un libro che – come vedete dall’articolo che trovate a questo link, a cura di due esperte come Chiara Camerani e Perla Lombardo, che al Cepic studiano da anni il fenomeno del satanismo in Italia – è pieno di sbagli e soprattutto di paura. Si tratta di “Dio è Vivo” di Padre Antonio Di Monda e Padre Giulio Maria Scozzaro. C’è scritto: “Gli accresciuti furti di Ostie consacrate si spiegano, oltre che per effetto di odio e istigazione satanica, anche per la celebrazione di messe nere nelle quali si adora il diavolo e si offende spaventosamente il Signore con orge e profanazioni orrende, compiute soprattutto su e con Ostie consacrate”. La confusione è massima, insomma.
Il satanismo fa vendere i giornali, ma è soprattutto un modo di vendere e instillare paura. E allora ecco una domanda per i colleghi dei giornali e della televisione e anche per tanti sacerdoti e vescovi. Di paura ne abbiamo già tanta per i fatti nostri e per mille altre cose: c’è proprio bisogno di inventarci anche questa?
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