Sulle tracce degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari d’Italia

Opg di Aversa - Ansa

Opg di Aversa – Ansa

Un tempo li chiamavano manicomi criminali. E alla sola parola, immagini vergognose e cruente saltavano alla mente. Stanze indecenti, corridoi tesi verso il nulla, condizioni sanitarie al limite, solitudine e pazzia pericolosamente fuse insieme. Un ritratto inumano, esistenze quasi dimenticate.

Oggi, non si chiamano più manicomi criminali, ma Opg: Ospedali Psichiatrici Giudiziari, strutture dipendenti dall’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

In Italia gli ospedali psichiatrici giudiziari sono 6 e si trovano a Napoli Sant’Eframo, Aversa, Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo fiorentino.

Secondo un dato relativo al mese di luglio 2010, i detenuti degli Opg d’Italia sono 1.535 – gli uomini sono 1.433, le donne 102 – contro una capienza regolamentare di 1.322 posti e un limite di posti tollerabili pari a 1.684 detenuti totali.

In particolare, se le condizioni dell’Opg di Aversa (359 detenuti su 259 posti regolamentari e 306 tollerabili) hanno fatto gridare allo scandalo il “Comitato per la prevenzione della tortura” del Consiglio d’Europa, dai dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria aggiornati al 31 marzo 2010 emerge lo spaccato di una situazione unica in Italia rispetto agli altri paesi europei.

Sui 1.535 detenuti che si trovano nei 6 ospedali psichiatrici giudiziari funzionanti, la quasi totalità – 1.305 – non è composta da detenuti in attesa di giudizio né da condannati in via definitiva, ma da internati. L’internamento è una misura di sicurezza di tipo detentivo prevista dall’ordinamento giuridico italiano.

L’internato non deve scontare una pena relativa a un reato commesso, ma si trova in un Opg in ragione di una valutazione di pericolosità sociale da parte di un perito o di un esperto, comunque sempre su decisione del giudice.

Oltre ai 1.535 in Opg, altri 484 internati sono invece sparsi in case lavoro, o case di custodia e cura, perché soggetti a misure di sicurezza in quanto perlopiù considerati delinquenti abituali o professionali.

Questo meccanismo, il cosiddetto “doppio circuito” degli internati, è finito più volte nel mirino delle associazioni di volontariato carcerario, soprattutto dopo i due casi di suicidio di internati, in soli 4 mesi, nella casa lavoro di Sulmona.

 

In questa tabella è fotografata la “situazione quantitativa” dei 6 Opg italiani: il numero dei detenuti, istituto per istituto, suddivisi sulla base della posizione giuridica.

 

OPG

Tot. presenti

Imputati

Condannati

Internati

AVERSA

359

7

14

338

NAPOLI

128

7

19

102

REGGIO EMILIA

290

16

23

251

CASTIGLIONE STIVIERE

276

16

18

242

BARCELLONA P. GOTTO

320

22

72

226

MONTELUPO FIORENTINO

162

7

8

147

TOTALE

1.535

75

154

1.306