Omicidio Pasolini: interrogatorio Pino Pelosi, la colluttazione


Pier Paolo Pasolini, omicidio all'Idroscalo di Ostia

La Collutazione

Gli Interrogatori di Pino Pelosi

Il Paolo si era tolto gli occhiali che aveva lasciato in macchina, e nel vederlo in viso mi è sembrato con una faccia da matto tanto che ne ho avuto proprio paura. lo sono scappato in direzione della strada asfaltata sul terreno fangoso mentre il Paolo mi inseguiva. Siccome portavo ai piedi le stesse scarpe con i tacchi alti che ho in questo momento, ho inciampato e sono caduto. A questo punto mi sono sentito addosso il Paolo che si agitava alle mie spalle, io ho capito che voleva ricominciare e mi sono rigirato divincolandomi, e allora il Paolo mi ha colpito alla testa col bastone proprio nel punto dove ho il cerotto e dove mi è stato dato un punto di sutura al Pronto soccorso.
Interrogatorio del 2 novembre 1975

Sembrava che non avesse sentito niente e sembrò non sentire nemmeno due calci nelle “palle”. Allora gli ho afferrato i capelli, gli ho abbassato la faccia e gli ho dato due calci in faccia. Il Paolo barcollava, ma ha trovato ancora la forza di darmi una bastonata sul naso. Allora non ci ho visto più e con uno dei due pezzi della tavola di cui ho detto prima l’ho colpito di taglio più volte finché non l’ho sentito cadere a terra e rantolare. Allora sono scappato in direzione della macchina, portando con me i due pezzi di tavola che ho buttato e anche il paletto verde che ho pure buttato vicino alla rete e vicino alla macchina.
Interrogatorio del 2 novembre 1975

Ripeto che i fatti sono quelli da me narrati e che ho agito per difendermi e che ho colpito duramente quando ho avuto l’impressione che il Paolo mi volesse proprio ammazzare per come si stava comportando. Durante i fatti che ho descritto ero solo, anzi siamo stati sempre solo io e il Paolo dal momento in cui abbiamo lasciato l’osteria fino a quando è successo quello che è successo».
Interrogatorio del 2 novembre 1975

lo a mia volta, dopo avere ricevuto il colpo, ho afferrato il bastone con le due mani e sono riuscito a scaraventare lontano da me il Paolo. Sono nuovamente fuggito e sono stato nuovamente raggiunto; il Paolo mi ha colpito col bastone, ora ricordo. era un paletto verde, e mi ha colpito alla tempia, alla testa e in varie parti del corpo. Io ho visto per terra la tavola con la scritta di cui ha detto prima il dottor Masone e gliela ho rotta in testa, ma questo non è servito a farlo smettere.
Interrogatorio del 2 novembre 1975

A domanda risponde: «Sono stato colpito dal Pasolini con l’asta di legno che lui aveva in mano la seconda volta, quando sono caduto. Infatti come ho detto in precedenza alla S.V. sono caduto due volte mentre fuggivo inseguito da Pasolini».
Interrogatorio del 13 novembre 1975


 


A domanda risponde: «Ribadisco ancora una volta che il Pasolini mi ha colpito con un paletto, che aveva raccolto per terra, per la prima volta, quando, durante la fuga, sono scivolato la seconda volta in una zona fangosa. Preciso ancora che col paletto sono stato colpito alla testa e ho riportato la ferita alla testa che mi fu destro, alla gamba che non so precisare, e anche alla schiena. Mi ha colpito anche a calci e mi ha dato un pugno al setto nasale».
Interrogatorio del 15 novembre 1975

A domanda risponde: «Ho reagito afferrandolo per i capelli e vibrandogli due calci ai genitali. Poi ho raccolto una tavoletta che era a portata di mano e gliel’ho vibrata in testa. A seguito dell’urto la tavoletta si spezzava in due parti. Col pezzo di tavola che mi è rimasto in mano ho continuato a colpirlo, servendomi sempre dello stesso pezzo di legno per menarlo, e ciò fino a quando non l’ho visto cadere. Devo però dire che nello stesso tempo il Pasolini continuava a colpirmi col paletto di legno di cui ho parlato prima
Interrogatorio del 15 novembre 1975

Preciso ancora che la zuffa tra il Pasolini e me, avvenuta dopo che sono caduto la seconda volta, era reciproca e che io impugnavo per colpirlo il pezzo di tavola che mi era rimasto in mano dopo la rottura, mentre il Pasolini brandiva il paletto di cui ho già parlato. Dopo che è caduto a terra ricordo che mi sono spaventato, non l’ho più colpito e sono fuggito».
Interrogatorio del 15 novembre 1975

A domanda della difesa, risponde: «Sono stato colpito per primo dal Pasolini dopo la seconda caduta.»
Interrogatorio del 15 novembre 1975

A domanda risponde: «Ricordo che nel corso della colluttazione riuscii a impossessarmi del paletto che teneva il Pasolini e con esso lo colpii più volte, in faccia e sulla testa: egli riuscì a impossessarsi poi di nuovo del paletto e fu allora che io presi la tavoletta. Avevo già inferto i calci in faccia e ai testicoli. Ci trovavamo in quel momento nel punto ove presumo sia stato trovato il cadavere, poiché di lì il Pasolini non si mosse più. Dopo i colpi infertimi dal Pasolini mi sentivo indolenzito in varie parti del corpo.
Interrogatorio del 9 dicembre 1975