Etan Patz: l’autoaccusa dell’assassino “fa acqua da tutte le parti”

 

etandi Andrea Minotti
La confessione di Pedro Hernandez, che aveva dichiarato di essere il responsabile della scomparsa del piccolo Etan Patz (QUI la ricostruzione della vicenda) nel 1979, sembra sollevare forti dubbi, dato che secondo le perizie psichiatriche sembrerebbe che il 51enne reo confesso sia affetto da schizofrenia e disturbi bipolari.

A dichiarare ciò è la Dr. Angela Hegarty, docente di psichiatria forense alla Columbia University, spalleggiata dal Dr. Michael H. Stone, celebre psichiatra newyorchese ed autore del best seller The Anatoy of Evil. I due esperti affermano che il profilo psicologico di Pedro Hernandez, presunto killer, non rientra nella “cerchia” criminale.

Secondo quanto dichiarato dalla polizia di New York Hernandez, allora 18enne, sarebbe stato spinto da una forza “occulta” che lo avrebbe portato all’uccisione del piccolo Etan, ma il Dr. Stone ha sottolineato l’niverosimilità della cosa, dal momento i killer si distinguono come predatori sessuali anche prima del crimine, cosa che in questo caso non è avvenuta. Inoltre, quando un adulto uccide un bambino estraneo alle sue conoscenze, il motivo è sempre di natura sessuale. I familiari e i vicini di Pedro Hernandez, invece, lo dipingono come un uomo  tranquillo, sposato e con due figli, un soggetto che non ha mai dato segni di deviazione sessuale.

Secondo il Dr. Stone, il vero colpevole è quasi sicuramente Jose A. Ramos, uno psicopatico rinchiuso in un penitenziario della Pennsylvania per un’altro caso di molestie sessuali e sospettato sin dall’inizio dai familiari del piccolo Etan Patz.

Anche il New York Times si è sensibilizzato alla vicenda, teorizzando che Pedro Hernanez possa essersi inventato tutto spinto dalla sua schizofrenia.

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