Elena Ceste e l’inquietante ipotesi: nascosta in casa dopo il folle gesto

ceste casa

di Simone Rinaldi

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8 maggio 2014

Torniamo a parlare della scomparsa di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’Asti che manca dalla propria abitazione dal 24 gennaio scorso. Da qualche giorno, proprio la sua casa, quella in cui sono rimasti i suoi quattro figli insieme al marito Michele Buoninconti, è al centro di una nuova, assurda quanto improbabile ipotesi: Elena, dopo essersi suicidata, sarebbe stata nascosta – forse murata – da qualcuno nell’abitazione della donna stessa. Ed è per questo che gli inquirenti si appresterebbero a cercare il corpo della casalinga nella sua casa attraverso l’impiego di georadar.

Ma è pura fantascienza. A smentire categoricamente quest’ipotesi fantasiosa – diffusa, come purtroppo troppo spesso accade, da una parte della stampa – sono sia gli inquirenti sia i familiari. Innanzitutto, la casa è già stata oggetto di perquisizione da parte degli investigatori, che sin dalle prime ore dopo la scomparsa l’hanno scandagliata in ogni angolo, auto comprese. In secondo luogo, i familiari di Elena non vogliono assolutamente accettare l’ipotesi del suicidio: sperano invece che la donna stia bene e che possa presto tornare a casa. Aggiungono, inoltre, che non hanno il minimo dubbio sull’innocenza di Michele, il quale, dal canto suo, sostiene e teme che qualcuno possa aver portato via sua moglie contro la sua volontà.

Proprio Buoninconti, a distanza di più di tre mesi dalla scomparsa della moglie, torna a puntare il dito contro un uomo in particolare: un amico di Elena, padre di un compagno di scuola di loro figlio, lo stesso uomo che in passato aveva mandato alla donna quegli sms, tanto discussi nelle settimane immediatamente successive alla scomparsa. Col senno di poi, Michele ha ricostruito alcuni episodi accaduti in passato, concentrandosi proprio su quest’uomo e sul rapporto che aveva con Elena.

In particolare, Buoninconti ha raccontato che a ottobre dello scorso anno – che, lo ricordiamo, è il mese in cui Elena inizia a dare segni di profonda inquietudine – tornando a casa, sua moglie gli chiese se fosse stato lui a farle una ricarica telefonica. Michele le rispose di no, ma solo ora, mettendo a fuoco quella giornata, ha ricordato che quella mattina aveva incontrato proprio quell’uomo nei pressi della tabaccheria del paese. Un altro episodio, a suo dire singolare, risalirebbe alla scorsa estate quando Michele si recò con suo figlio al centro commerciale – lo stesso dove la donna aveva confidato di essersi incontrata con il suo ex compagno di classe – che per quel giorno organizzava una festa per bambini. Proprio qui incontrò l’amico di Elena che gli disse di essere lì con suo figlio per lo stesso motivo. Eppure l’uomo andò via ben prima che iniziasse la festa: si aspettava e sperava forse di trovare Elena al posto del marito? Così ha ipotizzato ora Buoninconti, il quale ha aggiunto un altro dettaglio: il giorno prima della scomparsa di Elena, il 23 gennaio, vide l’uomo parcheggiato davanti alla scuola dei loro figli mentre, seduto in auto, era intento a utilizzare il cellulare. L’orario in cui Michele lo avrebbe notato sarebbe compatibile con quello in cui Elena aveva ricevuto gli sms che quello stesso pomeriggio la donna avrebbe poi mostrato al marito. Insomma, Buoninconti non avrebbe dubbi: quest’uomo, a suo avviso, ha sicuramente giocato un ruolo importante nella scomparsa della moglie.

Ma, abbandonando le ipotesi di Michele e concentrandoci invece sui vestiti indossati da Elena la mattina della scomparsa, emergono altre forti perplessità. Stando al racconto fornito da Buoninconti, attorno alle 8:50 di quel 24 gennaio l’uomo, al suo rientro a casa, trovò le pantofole e il maglione di Elena davanti al cortile e gli occhiali e il resto degli abiti – pantaloni, calze e indumenti intimi – dietro al cancello. Quella mattina, però, c’era la nebbia ed il terreno era umido. Come mai i vestiti di Elena sono arrivati completamente asciutti quando l’uomo li consegnerà poi ai carabinieri attorno alle 12? E poi, se è vero quello che ha sempre raccontato Michele, come mai le calze non si sono bagnate o rovinate nei pochi metri dal cortile al cancello? D’altronde se Elena ha camminato per qualche metro sul terreno bagnato e sul cemento, le sue calze avrebbero dovuto essere perlomeno sporche, e invece dai carabinieri sono arrivate integre e pulite.

Com’è facile intuire, gli aspetti oscuri di questa vicenda sono ancora molti, troppi se si considera che una madre di quattro figli è scomparsa nel nulla da più di tre mesi. E qualche perplessità sul ruolo, o meglio, sui racconti che Michele fa di quella mattina e non solo, sono lecite, almeno finché ogni aspetto di questa vicenda non verrà chiarito. Ma, alla luce delle ricerche già effettuate, supporre che Buoninconti possa aver nascosto il corpo della moglie morta suicida – perché, nell’ipotesi cui si faceva riferimento in apertura, si sottintendeva proprio questo – suona davvero surreale.

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