Fortuna Loffredo: arrestata una donna per pedofilia nel palazzo.

Adesso qualche collega comincia a chiamarlo “Parco degli orrori”, ma come dargli torto? A Caivano,in quello che si chiama “Parco Verde” (ma lo è solo di nome), a giugno scorso, Fortuna Loffredo è venuta giù da uno dei palazzi, schiantandosi al suolo. Aveva 6 anni. Fortuna, detta Chicca, non è caduta per sbaglio. L’hanno buttata giù. L’uomo che l’ha soccorsa per primo, M.B., è stato arrestato il 23 dicembre scorso per violenza sulla figlia 12enne. La moglie di M.B. è stata arrestata ieri per lo stesso motivo: violenza sulla stessa figlia. Le prime notizie parlano di intercettazioni che avrebbero registrato, purtroppo, tutto. Intercettazioni nate dopo la vicenda di Fortuna, appunto. Crediamo che nessuno di noi avrebbe immaginato, scoperchiando la storia di Chicca, di trovare a bollire un simile concentrato di orrore. Ma oltre questo, adesso, un sospetto c’è.

Solo un sospetto, intendiamoci. Questo: ne parlammo qui, quando, intervistando la grafologa Sara Cordella, ci disse che dai disegni di Chicca si capiva che c’era una figura femminile che la minacciava. Naturalmente quei disegni non dicevano chi: poteva essere chiunque. Una zia, la madre, una vicina di casa. Oggi abbiamo una coppia arrestata per pedofilia nello stesso palazzo. Il che significa innanzitutto che la povera Chicca (che si era trasferita da poco nell’isolato 3 di Parco Verde) è stata portata a vivere all’inferno. E che in quell’inferno c’erano e ci sono diversi soggetti su cui qualunque giudice indagherebbe (e lo stanno facendo).

Stiamo parlando di un palazzo dove almeno due madri si prostituiscono in casa per 10 euro, dove abitano persone con seri problemi mentali, tossici, dove ci sono uomini e donne che hanno tre figli con tre persone diverse,dove ci sono un paio di alcolizzati,  dove un altro bambino (Antonio Giglio) è caduto da una finestra dell’ottavo piano un anno prima di Chicca, dove abita un pedofilo già condannato, dove un altra persona arrestata per lo stesso reato (M.B., appunto), quella mattina di giugno prendeva il sole su una panchina sotto casa mentre sua moglie è stata arrestata ieri.

Non è facile indagare a Parco Verde.  Non è facile sbattere contro l’omertà, contro un ambiente come quello. Dove, sia chiaro, ci sono anche persone per bene, che vorrebbero che il Parco fosse davvero verde. Che quei palazzi non fossero solo fatiscenti ma anche umani. Forse, piano piano, qualcosa comincia a venire fuori. Giudici e carabinieri sanno di doverlo, a Chicca.

di Fabio Sanvitale