Sarah Scazzi: ecco la ricostruzione del delitto fornita dal pm Buccoliero

sarah scazzi

28 febbraio 2013

Siamo giunti alle fasi conclusive del processo di primo grado per la morte di Sarah Scazzi, avvenuta il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto). Lunedì e martedì il pm Mariano Buccoliero ha fatto la sua requisitoria, nel corso della quale ha ricostruito come, secondo la pubblica accusa, si sarebbero svolti i fatti. Ve ne riportiamo qui un resoconto dettagliato. L’assassino di Sarah, secondo il pm, avrebbe due facce: quella di Sabrina Misseri e quella di Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della vittima.

IL MOVENTE – Sul movente del delitto si è concentrata la prima giornata di requisitoria. Sarah sarebbe stata uccisa perché si era invaghita di un ragazzo più grande di lei, Ivano Russo, del quale da tempo era innamorata anche la cugina Sabrina. Un primo segnale di qualcosa che non andava nel rapporto tra Sarah e Sabrina si era avuto il 20 luglio 2010, poco più di un mese prima del delitto. In quella data, infatti, Sarah aveva scritto sul suo diario: “Sabrina non mi sta facendo uscire più, è una stronza, la odio”.

Ma la rottura definitiva sarebbe avvenuta, secondo la ricostruzione, intorno al 16 agosto, quando tra i ragazzi di Avetrana aveva iniziato a girare la voce di un rapporto sessuale incompleto avvenuto in auto tra Ivano e Sabrina ai primi del mese: insomma, un pettegolezzo, che però aveva dato molto fastidio a Ivano. Per questo, il ragazzo se la sarebbe presa con Sabrina, colpevole di aver raccontato il fatto a Sarah, la quale a sua volta l’avrebbe “spifferato” al fratello Claudio, che avrebbe chiuso il giro andando a chiederne conto allo stesso Ivano. Che dire, se non ci fosse di mezzo un omicidio sembrerebbe una pagina di cronaca rosa di terza categoria. Ma Sabrina per questo si era arrabbiata molto con Sarah, colpevole di non aver mantenuto segreta la sua confidenza.

Da questo momento i rapporti tra le due cugine si sarebbero incrinati irrimediabilmente. Sabrina, in buona sostanza, avrebbe accusato il colpo di non riuscire più a controllare e dominare quella cuginetta che stava cominciando a diventare donna. Gran parte di queste deduzioni sono state possibili grazie alla lettura dei diari di Sarah, ed è significativo il fatto che Sabrina, subito dopo la scomparsa della ragazzina (che verrà ritrovata cadavere solo nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010), si era fatta consegnare due o tre di questi diari, chiedendoli proprio alla mamma di Sarah con il pretesto di cercare informazioni utili per ritrovarla. In realtà, secondo il pm Buccoliero, Sabrina avrebbe voluto accertarsi di quello che c’era scritto, che sapeva poter essere compromettente per lei.

via deleddaLA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO – Martedì 26 febbraio, secondo giorno di requisitoria, alla Corte d’Assise di Taranto il pm ha ricostruito le dinamiche del delitto. Sarah Scazzi, intorno alle 14 di quel 26 agosto 2010, sarebbe stata prelevata da Sabrina e Cosima mentre si trovava per strada. La vittima, che se ne stava tornando a casa (forse a causa dell’ennesima discussione avuta con Sabrina) dopo essere stata nella villetta della cugina, sarebbe stata obbligata a salire nella Opel Astra di Cosima e riportata in casa Misseri.

A questa scena avrebbe assistito il fioraio Giovanni Buccolieri, che poi però ritratterà il suo racconto cercando di farlo passare per un semplice sogno. Nella villetta di via Deledda, tra le 14.10 e le 14.20, si sarebbe consumato l’omicidio di Sarah. In casa, in quel frangente, ci sarebbero state solo Sabrina e Cosima. Michele Misseri, quindi, che dopo svariati cambi di versione da un paio d’anni si addossa ogni responsabilità, secondo Buccoliero non sarebbe stato nemmeno presente su luogo del delitto.

Subito dopo l’omicidio il corpo della povera Sarah sarebbe stato trasportato in garage attraverso una porta interna: la stessa che poi, proprio dai Misseri, verrà dichiarata bloccata da tempo. In garage, il cadavere sarebbe stato caricato nella Seat Marbella di Michele e quindi occultato nel pozzo di contrada Mosca, dove poi verrà ritrovato: “Quel giorno in casa Misseri – ha detto il pm – ha prevalso l’istinto di conservazione. L’istinto normale, dopo quello che era accaduto, avrebbe fatto chiamare un medico, magari anche sapendo che non c’era più niente da fare. Invece l’unica preoccupazione era di prendere il cadavere e farlo sparire”. E contestando la tesi autoaccusatoria di Michele Misseri, Mariano Buccoliero spiega: “E perché Michele fa ritrovare tutto, a partire dal cadavere, ma non l’arma del delitto? Semplicemente perché, quando Sarah viene uccisa, lui non è in casa”.

Successivamente al delitto, Sabrina avrebbe tentato di “indirizzare” la testimonianza dell’amica Mariangela Spagnoletti, che quel giorno doveva andare a prendere lei e Sarah per andare al mare. Sabrina, infatti, racconterà che all’arrivo di Mariangela lei era in veranda che l’aspettava tranquillamente. I ricordi dell’amica, però, sono diversi: agli inquirenti Mariangela ha sempre raccontato che quel giorno, al suo arrivo in via Deledda, Sabrina era in mezzo alla strada in evidente stato di agitazione, e ripeteva: “L’hanno presa, l’hanno presa!”.

ivano russoLE OMBRE DI IVANO – Il pm Buccoliero, nel corso della requisitoria, ha fatto più volte riferimento a Ivano Russo, il ragazzo che sarebbe stato conteso tra Sabrina e Sarah. Ivano, sempre secondo il pm, nel corso della sua deposizione in aula avrebbe spesso dichiarato il falso. Proprio per questo, potrebbe esserci una richiesta di trasmissione degli atti in Procura allo scopo di verificare se sussista l’ipotesi di reato di falsa testimonianza.

Il prossimo 4 marzo, a conclusione della requisitoria dell’accusa, parlerà il procuratore aggiunto Pietro Argentino, che spiegherà i ruoli precisi avuti nel delitto da parte Sabrina e Cosima, e parlerà anche degli imputati “minori” (Michele Misseri, Carmine Misseri, Cosimo Cosma, Vito Russo, Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro). Infine, verranno rese note le richieste di condanna.

di Valentina Magrin

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