di Valentina Magrin direzione@calasandra.it
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Roma, 25 febbraio 2011
Un’uccisione così barbara da “destare un profondo senso di sbigottimento, ripugnanza e disprezzo in ogni persona di moralità media”.Così la Corte di Cassazione ha definito l’omicidio di Meredith Kercher nelle motivazioni della sentenza che ha condannato in via definitiva Rudy Guede a 16 anni di carcere.
Meredith, morta nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007, è stata vittima di una “forza brutale e prevaricatrice di una plurima, collettiva condotta che rivela nei suoi tristi protagonisti la volontà orgiastica di dare sfogo agli impulsi criminali più perversi”. Vittima di un orgia perversa, in poche parole, alla quale l’ivoriano Guede ha sicuramente partecipato. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, gli altri due ragazzi accusati dell’omicidio, sono stati condannati in primo grado a 26 e 25 anni di carcere e per loro il processo riprenderà il prossimo 12 marzo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia.
I FUTILI MOTIVI: Nella sentenza a Guede è stata respinta la richiesta dei suoi legali, Nicodemo Gentile e Walter Biscotti (gli stessi legali della famiglia di Sarah Scazzi, ndr), di far annullare i futili motivi: il coinvolgimento d Rudy Guede si inserisce “in un contesto di violenza crescente e di qualche durata che non può certo ritenersi eccezionale, improvvisa, meramente occasionale tale da non fare perdere, come conseguenza di una violenza così decisamente polarizzata all’atto sessuale in seguito a una pluralità di ecchimosi e ferite provocate dall’uso del coltello, il possibile sbocco mortale delle azioni”. I futili motivi dunque restano, perché è “come se la soppressione violenta della libertà di autodeterminazione e il corpo martoriato di una giovane vita, quella di Meredith Kercher, non imponessero di qualificare meramente occasionale e pretestuoso il motivo di fare sesso per scatenare, a fronte della resistenza della donna, la forza brutale e prevaricatrice di una plurima, collettiva condotta”.
IL DNA DI GUEDE: A dimostrazione della piena colpevolezza di Rudy Guede, infine, c’è il fatto che “Meredith Kercher, prima di essere scannata con il colpo mortale alla gola, è oggetto di una serie di ferite, di trattenimenti forzati agli arti, in specie al braccio e alla mano sinistra, e sul polsino della manica sinistra della felpa indossata si rinvengono chiare tracce del Dna dell’imputato, volti a vincere la resistenza contro una violenza sessuale, di cui sono prova le tracce del Dna del Guede sul tampone vaginale, sfociata poi nella condotta violenta dello scannamento mortale”. Non è vero quindi quanto affermato da Guede, cioè che tra lui e Meredith c’era stato in precedenza un bacio e che la ragazza aveva manifestato interesse nei suoi confronti, facendo del petting consenziente.
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