Mostro di Firenze: intervista al giudice istruttore Vincenzo Tricomi

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di Paolo Cochi

Vincenzo Tricomi e’ stato giudice Istruttore nel caso del mostro di Firenze fino all ‘aprile del 1983, adesso in pensione. In questa intervista ci racconta  uno  dei periodo “cruciali” dell’inchiesta sul mostro, riportando la sua versione dei fatti riguardo il collegamento relativo all’omicidio del 1968 di Barbara Locci ed Antonio Lo Bianco.

Quali ricordi di questa esperienza? Tanti anni passati e i ricordi divengono sfumati. Lasciai il caso con mio grande sollievo, una vicenda intrigatissima gia’ allora, qualche tempo dopo l’omicidio di Baccaiano nel 1982. Subito dopo quel duplice omicidio , la Dott.ssa Della Monica decise di diffondere la falsa notizia che il ragazzo non era morto subito e aveva raccontato qualcosa di importante. Il mostro non “abbocco’” , tuttavia arrivo’ una strana telefonata ad un operatore dell’ospedale di Empoli che chiedeva notizie in proposito del Mainardi, qualificandosi come una persona della Procura. Purtroppo non riuscimmo a mettere sotto controllo il telefono dell’ospedale.

Poco dopo questo omicidio nasce la famigerata “pista Sarda” , come? Devo precisare che dopo quel delitto fui io personalmente a disporre l’invio di fonogrammi ai vari Comandi dei CC e polizia di ricerca per eventuali casi di duplice omicidio con modalita’ simili. Un giorno venne il Maresciallo Fiori con un vecchio articolo di giornale inerente il caso del delitto del 1968 chiedendomi se sarebbe stato opportuno approfondire la questione. Ovviamente disposi il “recupero” del fascicolo che stava a Perugia ed il Maresciallo se ne occupo assieme al Colonnello Olinto Dell’Amico.

il Maresciallo Fiori entro’ in possesso dell’articolo di giornale come? Questo non sono in grado di ricordarlo, rammento che intorno al 20 di Luglio 1982 il fascicolo relativo al duplice omicidio del 1968 di Signa era a nostra disposizione. Nel fascicolo, come è ormai noto, rinvenimmo una bustina con allegati i bossoli di quello strano omicidio. Le perizie del Colonnello Zuntini erano all’interno del faldone. Ci fu dunque un controllo immediato con i bossoli esplosi dalla famigerata calibro 22 e ricollegammo gli omicidi.

Il raffronto dei bossoli fu fatto unicamente con i bossoli ritrovati nel fascicolo di Perugia? Fu fatta la comparazione con i bossoli ritrovati nel fascicolo e fu confrontata la perizia allegata del Colonnello Zuntini con le perizie successive redatte sempre dal colonnello. Ricordo perfettamente sulla mia scrivania la perizia con le foto dei bossoli dell’omicidio di Via dell’Arrigo del 1981.

Quindi non ci sono dubbi? La pistola ed il munizionamento era il medesimo? Questa è una delle pochissime certezze di questa storia.

Dopo questo delitto ed in virtu’ di questo collegamento fu ricercato Francesco Vinci, quando fu arrestato? Non ricordo con precisione, credo nell’estate stessa, il Vinci era anche ricercato per una denuncia di maltrattamenti da parte della moglie.

In concomitanza al rinvenimento del faldone di Perugia e quindi del collegamento con “la pista sarda” fu diffuso un appello sulla pagina locale del quotidiano “La Nazione” da parte del Nucleo Operativo di Borgo Ognissanti dei CC. Che invitava un cittadino, che in precedenza aveva fornito valide informazioni sul caso a mettersi in contatto con il Comando. Ricorda questa circostanza? Non ricordo questa circostanza.

Si è ipotizzato che questa persona, che si firmo’ “Il Cittadino Amico”, possa essere stata la stessa che invio’ il ritaglio di giornale a Fiori. E’ possibile secondo lei? A me non risulta che la notizia arrivo’ dall’esterno .

Questi omicidi sono stati compiuti da Pacciani e i suoi complici? Non saprei dire, sono uscito da questa inchiesta tantissimi anni fa e non ho intenzione di tornarci sopra.

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