Elisabeth Fritzl, segregata dal padre per 24 anni e madre di 7 figli incestuosi

Elisabeth Primopiano

Esistono storie difficili, difficili anche solo da raccontare. Storie che fanno orrore, intrise di spietata disumanità. La vita di Elisabeth Fritzl è una di queste.

L’incubo di Elisabeth ha inizio il 28 agosto 1984 ad Amstetten, cittadina della Bassa Austria dove Elisabeth, diciottenne, vive con i genitori, Rosemarie e Josef Fritzl.

Quel maledetto giorno i genitori di Elisabeth Fritzl denunciano la fuga della figlia al seguito di una setta.

In realtà il padre Josef l’aveva rinchiusa in uno scantinato senza luce proprio sotto la loro abitazione.

Per i primi sei mesi Elisabeth viene legata a un letto, drogata e ammanettata dal padre, e costretta a scrivere una lettera in cui chiede di non essere cercata.

Ma questo è niente rispetto a tutto ciò che sarebbe successo dopo, e sempre per mano del padre-mostro.

Nel 1993, mentre la spietata prigionia di Elisabeth continua e la sua esistenza si consuma nell’oscurità delle sevizie sotterranee, un neonato di nove mesi viene lasciato davanti alla porta di casa dei Fritzl con un biglietto in cui Elisabeth prega i genitori di occuparsi di lui. Campanello FritzlAltri due neonati, di 10 e di 15 mesi, vengono abbandonati nello stesso modo nel 1994 e nel 1997 e lasciati alle cure dei Fritzl.

In tutto, Elisabeth Fritzl avrà 7 figli dal padre, di cui uno morto poco dopo la nascita nel 1996 e bruciato da Josef Fritzl che poi occulterà il cadaverino. Tre figli, quelli non lasciati sull’uscio di casa, sono vissuti nel bunker insieme a Elisabeth, senza mai vedere l’esterno, la luce, la vita. Sempre sotto terra dal giorno della nascita.

La violenza, gli incesti, la prigionia. Il calvario di Elisabeth Fritzl per mano del padre Josef dura 24 anni. Un’eternità, un’intera esistenza violata. Una donna cresciuta in un buco sotto terra insieme ai figli che ha avuto dal padre. Partoriti in quel buco infernale.

Fino a quando, il 19 aprile 2008, la figlia maggiore dell’incesto – Kerstin, di 19 anni – viene portata in gravi condizioni dal padre-nonno Josef in ospedale.

Afflitta da sintomi gravissimi, i medici che l’hanno ricoverata – ignari della drammatica situazione – decidono di fare un appello affinché la madre si metta in contatto con loro e raggiunga la figlia Kerstin. Josef Fritzl decide allora di liberare la figlia Elisabeth, 42 anni ormai, e gli altri due figli rinchiusi nello scantinato e avverte la moglie Rosemarie che la figlia sta per tornare a casa dopo tanti anni. Prigione

Ma il 26 aprile 2008, alcuni giorni dopo il ricovero di Kerstin Fritzl, la Polizia ferma Josef ed Elisabeth, e quest’ultima racconta tutto.

Josef Fritzl viene arrestato, tutte le vittime di questa orrenda storia vengono subito portate in una clinica psichiatrica, dove trascorrono diversi mesi e dove saranno ospitate anche durante le fasi del processo a Josef Fritzl. Il giorno dopo, il 27 aprile 2008, il caso viene reso noto dai media locali austriaci e fa il giro del mondo. Non soltanto l’Austria è sconvolta.

Josef, intanto, spiega agli inquirenti come si accede al bunker sotterraneo di 60 mq, costituito da 4 stanzette, con un soffitto di 1 metro e 70 centimetri nel suo punto più alto.

La perizia psichiatrica su Josef Fritzl, datata ottobre 2008, attesterà la capacità di intendere dell’uomo ma gli riscontrerà gravi disturbi di personalità.

Il 13 novembre 2008 Josef Fritzl, 73 anni, viene incriminato per omicidio, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, coercizione, incesto.

Il 16 marzo 2009 si apre, a St. Poelten, il processo a Josef Fritzl. Lui, durante le fasi processuali, tace e si nasconde. Ammette i 24 anni di stupri sulla figlia Elisabeth, parla della sua infanzia, “un’infanzia brutta, molto dura”. È la madre, la figura che lo tormenta sin dalla fanciullezza: Fritzl raccIl mostro Fritzlonta che sua madre, quando lui è nato, non lo voleva, e lo picchiava sistematicamente. Durante il processo-lampo (durato tre giorni, con sentenza al quarto) arriva anche il giorno della figlia-vittima. Sarà una videoregistrazione, la testimonianza resa da Elisabeth: il video dura 11 ore, sarà mostrato solo a segmenti, e si ascolterà il racconto del martirio patito dalla figlia. In aula il mostro ammetterà tutte le sue colpe e il 19 marzo 2009 Josef Fritzl viene condannato all’ergastolo, colpevole – con verdetto raggiunto all’unanimità – in tutti i capi d’accusa. Il padre-mostro sconterà la pena in un istituto speciale destinato, secondo la dicitura austriaca, a “criminali psichicamente abnormi”.

Josef Fritzl: un padre carceriere e stupratore, ma anche recidivo. Elisabeth Fritzl, infatti, subiva violenze dal padre dall’età di 11 anni e prima di essere rinchiusa nello scantinato degli orrori era già scappata di casa due volte.

La violenza domestica, un cancro da estirpare immediatamente.

 

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