di Valentina Magrin direzione@calasandra.it
13 marzo 2013
A una settimana dalle richieste di condanna della Procura, il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi alla Corte d’Assise di Taranto è proseguito con le arringhe delle parti civili. Lunedì ha preso la parola l’avvocato Nicodemo Gentile, che insieme a Valter Biscotti rappresenta la famiglia Scazzi:
“Questo è il processo di un massacro – ha sottolineato il legale – il peggiore dei massacri, gestito con metodo mafioso perché le condotte post delictum sono da 416 bis. Sarah non è stata solo uccisa, non doveva esistere, doveva diventare uno di quei volti che fanno parte dell’esercito degli scomparsi”. Ascoltando queste parole Sabrina Misseri ha pianto, mentre Cosima Serrano, come al solito, è sembrata glaciale. In aula c’era anche Michele Misseri, testa china e sguardo perso. Il legale della famiglia Scazzi ha chiesto la conferma delle condanne all’ergastolo per Sabrina e Cosima, che “non sono arretrate di un centimetro nella scelta tra la sicurezza dell’impunità e la necessità di dare una degna sepoltura a Sarah”. “Sabrina – ha concluso l’avvocato – non ha avuto un attimo di pietà per la ‘terza sorella’ e quindi non è giusto che abbia alcuna attenuante. A meno che non decida di farlo prima della fine di questo processo”. Dunque l’esortazione: “Alzatevi tu e tuo padre e dite finalmente la verità!”
Dopo Gentile, ha preso la parola Valter Biscotti, che si è soffermato sul ruolo di Cosima Serrano, la zia di Sarah. Secondo l’avvocato è lei “La regista dell’attività di depistaggio e ce lo fa capire Michele Misseri la sera in cui confessa e consente il ritrovamento del corpo della bambina quando chiede agli inquirenti di non dire nulla alla moglie”. Biscotti fa anche riferimento a un’intercettazione ambientale in carcere di Michele Misseri: “Quel pomeriggio abbiamo fatto i furbacchioni, forse dovevamo chiamare il 118”. Questa frase, spiega il legale, “ci fa capire che dopo l’omicidio c’è stata una discussione sul da farsi nella famiglia, tra Michele e le due donne. Forse non si può dire che ci sia stata una trattativa perché Michele non aveva la capacità di trattare in quel momento”. Al termine del suo intervento, Biscotti si è rivolto direttamente a Michele Misseri: “Se davvero vuole bene a sua figlia ha un’ultima carta da giocare, non quella della boccettina bianca che ci ha fatto vedere con la minaccia del suicidio ma quella di dire la verità. Sua figlia è giovane. Forse lei è l’unico che la può salvare dall’ergastolo. C’è ancora tempo e invece di guardare l’altarino che ha in garage provi a pensare a cosa è passato per la mente di Sarah quando la stavano uccidendo”.
Al termine della requisitoria dei legali della famiglia Scazzi, è stata la volta degli avvocati di parte civile Antonio Cozza e Luigi Palmieri e dell’avvocato Pasquale Corleto in rappresentanza del comune di Avetrana: “Una cittadina – secondo il legale – colpita nel cuore in una giornata d’agosto, alla controra, quando è accaduto un fatto che è di una atipicità unica”. Il legale ha chiesto un risarcimento di 300.000 euro da parte dei principali imputati: Sabrina Misseri, Cosima Serrano, Michele Misseri, Carmine Misseri e Cosimo Cosma. Corleto ha parlato anche di Michele Misseri, che “ha adempiuto a un dovere criminale proveniente da una regia assassina. Sabrina, invece, non solo uccide ma rivela una criminalità tendenziale. Uccide e dopo un secondo diventa la regista dall’intelligenza diabolica che si inserisce nel mondo dei media e trionfa”. Invece “Michele si è trovato nel labirinto di Minosse, tra il peso di uno scrupolo enorme e l’amore per la prediletta Sabrina. Alla fine ha prevalso lo scrupolo”. Infine, il rappresentante del comune di Avetrana si è soffermato anche su Ivano Russo, il ragazzo di cui Sabrina era talmente ossessionata da arrivare – secondo l’accusa – a uccidere la cuginetta. Ivano Russo, nei confronti del quale la scorsa settimana sono stati chiesti ulteriori accertamenti per eventuali “profili di illiceità penale” nelle sue deposizioni, è stato definito “un gigante dei depistaggi”.
Nell’udienza di ieri è stato il turno della difesa di Michele Misseri e di alcune difese degli imputati cosiddetti “minori”. Grande interesse, ovviamente, ha suscitato l’arringa dell’avvocato d’ufficio Luca La Tanza, che ha affermato che il suo assistito, Michele Misseri, “Ha subito uno choc emotivo particolarmente violento” per il fatto “di essersi autoaccusato di un delitto così grave e questo ha determinato in lui una confusione e un caos mentale che hanno profondamente inciso su di lui e quindi sul processo”. L’avvocato ha quindi chiesto l’assoluzione di Misseri o, in subordine, la riqualificazione del reato, da concorso in soppressione di cadavere a concorso in occultamento di cadavere.
Lunedì prossimo sono previste le arringhe degli avvocati Raffaele Missere e Lorenzo Bullo, difensori rispettivamente di Cosimo Cosma e Carmine Misseri. Martedì, invece, sarà la volta di Franco De Jaco e Luigi Rella, legali di Cosima Serrano.
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